UOMINI GIUSTI PER DIALOGARE CON NOI (CdSera – D. Bacca) aprile 2012

Mattinzoli:«Vogliamo persone attente alle nostre esigenze, Maroni lo è».

«Abbiamo bisogno di una politica che conosca i problemi delle piccole e medie imprese, l’ossatura del nostro sistema economico, e trovi le soluzioni» spiega il presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia Enrico Mattinzoli. «Non è tanto questione di schieramenti o partiti, ma di persone.  

Se la Lega 2.0 vorrà parlare ai ceti produttivi, dovrà farlo con le parole giuste. Meno folklore e più proposte programmatiche, aveva spiegato nei giorni scorsi il segretario provinciale Fabio Rolfi. Proprio quello che chiedono piccoli imprenditori stanchi di parole e affamati di misure concrete.

Quanto a Davide Caparini abbiamo chiesto un aiuto per la modifica di alcuni decreti sulla tassazione degli straordinari, lui si è subito mosso. Quando abbiamo avanzato proposte per il centro storico o criticato il Pgt per il troppo commercio, Rolfi ci è venuto ad ascoltare».

Insomma, nella Lega il mondo artigiano ha trovato un interlocutore privilegiato. Anche se Mattinzoli ci tiene a sottolineare che non è una questione di partiti. «Ogni volta che abbiamo incrociato persone capaci e attente alle nostre esigenze – continua il rappresentante degli artigiani, che in passato è stato assessore provinciale all’ecologia come rappresentante dell’allora Alleanza Nazionale, poi confluita con nel Pdl, nella giunta retta da Alberto Cavalli – abbiamo messo in campo forme di dialogo, è stato così con Corsini, è così con il suo successore Adriano Paroli o alla stima verso esponenti del Pd come Rebecchi o Del Bono. Se volete il vecchio collateralismo».

Detto questo è indubbio che negli ultimi tempi le posizioni dell’associazione e quelle del Carroccio abbiano trovato particolari sintonie. Non a caso, poche settimane fa, l’ex ministro Roberto Maroni si è presentato in via Cefalonia per spiegare agli artigiani i costi che avrebbero pagato per il mancato federalismo. Un appuntamento che era apparso già allora denso di significati simbolici e che ora, dopo il terremoto che ha travolto la Lega, assume un significato quasi profetico.

«Qualcuno non si è ancora reso conto che le imprese artigiane stanno chiudendo» spiega Mattinzoli. «Oggi come oggi ci sono convergenze con la Lega perchè abbiamo espresso forti perplessità su alcuni provvedimenti del governo Monti. Basta chiedere a qualunque piccolo imprenditore: sono queste le misure di cui avevamo bisogno? Modificare l’articolo 18 era davvero una priorità? Finora ho visto solo nuovi balzelli che penalizzano le imprese».

Anche quell’interlocutore privilegiato che è la Lega sta però mostrando i difetti di tutti i partiti. «Gli imprenditori sono delusi dalla classe politica. Chi si può votare, sono tutti uguali?» Mi dicono. Io invito a fare distinzioni, valutando le persone. Ma i partiti devono fare pulizia. Certi personaggi non sono più presentabili. Soprattutto oggi che le aziende soffrono e qualche imprenditore disperato arriva a fare gesti estremi». Insomma, se la Lega vorrà (continuare a) intercettare il malcontento delle piccole imprese, delle partite iva e dei professionisti dovrà rimettere sui giusti binari la sua proposta politica.

Mattinzoli non entra nella battaglia interna al Carroccio. Maroniani o cerchisti? «Mi interessa poco. Non saprei nemmeno dire quale sia la differenza. Noi siamo vicini alla Lega di Maroni, ci hanno convinto il suo progetto e le persone che esprime sul territorio. Altri esponenti non sono mai venuti a incontrarci, per noi quelli non sono interlocutori». Ora gli imprenditori guardano con particolare attenzione all’evolversi della situazione le elezioni in programma nel 2013 saranno un banco di prova importante per testare i rapporti fra mondo produttivo e movimenti politici.

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