UN’EUROPA RINNOVATA A SOSTEGNO DI IMPRESE E LAVORO giugno 2005

Anche l’Ue deve rinnovarsi
Fino a qualche anno fa veniva attribuito al settore artigiano l’appellativo di “piccolo è bello” e ad esse veniva invidiata dalla grande industria la peculiarità di poter contare su un fattore determinante: la flessibilità. «Di fatto – osserva Enrico Mattinzoli, – le piccole imprese potevano avvantaggiarsi della possibilità di cambiare rapidamente la produzione quando il mercato lo imponeva.

Ora questo vantaggio non regge, soprattutto perché non è più solo la produzione a mettere fuori mercato le piccole imprese. L’elemento ritenuto preponderante e determinante è quello dei prezzi».

L’obiettivo è puntato su innovazione, nuove produzioni, dopodiché bisogna confrontarsi nel mercato con prodotti, magari analoghi o simili, addirittura copiati, che costano anche trenta volte di meno. «Gli appelli affinché si intervenga per fronteggiare questa situazione – prosegue Mattinzoli – ormai si sprecano. Si chiede a tutte le istituzioni di mettere in campo soluzioni rapide ed efficaci, dimenticando che in un mercato globalizzato, probabilmente, bisogna guardare oltre le frontiere». Il riferimento – sottolinea Mattinzoli – deve essere, volenti o nolenti, l’Ue per tutta una serie di considerazioni politiche ed economiche e perché, di fatto, a essa fanno capo tutte le decisioni in materia monetaria.

Purtroppo – sottolinea ancora Mattinzoli -il colosso economico è completamente ingessato politicamente. Anche se non è del tutto vero che non fa nulla: la lunghezza del cetriolo – sottolinea la nota – l’ha codificata, la percentuale del cacao nella cioccolata l’ha definita, la futura messa al bando dei forni a legna per la cottura della pizza l’ha discussa… Per fortuna non è intervenuta solo su questo, anche se non ha mai smesso di agire solo per regolamentare il regolamentabile e ogni volta ha imposto lacci e laccioli a chi intraprende e alle imprese.

«La Cina – continua Mattinzoli – con la sua politica comunista-capitalista sta minando le economie di molti Stati: l’Ue, con la sua non politica, sta contribuendo a portarci verso una decadenza economica irreversibile. L’Unione europea, ingessata e sanzionatrice, deve rapidamente riformarsi e lasciare il posto a un’altra di nuova concezione, certamente più virtuosa, leggera, dinamica, sempre più vicina agli interessi concreti della gente, al mondo delle imprese e del lavoro, pronta ad intervenire per il bene comune e svolgere un ruolo centrale nelle politiche preventive ed attive, specialmente sul versante dell’economia che investe trasversalmente tutti gli stati membri ed i loro cittadini. Oggi, il milione e mezzo di imprese artigiane in tutta Italia, le 270mila in Lombardia e le oltre 36mila nel bresciano – conclude Mattinzoli – si preoccupano ogni giorno di sbarcare il lunario, in molti casi per sopravvivere, e sono lontane dalle alchimie contabili e politiche, pensano a lavorare e produrre, ma reclamano, anche dall’Ue, di essere prima di tutto sostenute oltre che difese, e messe nelle condizioni di mantenere posti di lavoro, operare e progredire per il bene locale, nazionale ed europeo».

(BSOGGI)

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