QUEL DEPURATORE CHE NON VA ottobre 2006

L’Assessore Mattinzoli: «I ritardi? La colpa è di alcuni comuni»
Un’opera portata a compimento nel novembre del 2001 che originariamente avrebbe dovuto servire circa 14 mila abitanti, oggetto di polemiche, di inenarrabili ritardi ed addirittura di una manifestazione di protesta posta in essere lo scorso novembre.

 Ma se alcuni dei cinque comuni (Breno, Cividate, Esine, Malegno e Piancogno) interessati al «futuro» depuratore di Esine non avessero ancora provveduto all’allaccio al collettore intercomunale, condizionando così la messa in funzione dell’impianto dopo ben 5 anni dal suo completamento?

Lo si apprende dall’articolata risposta che l’assessore provinciale all’ambiente, ecologia ed attività estrattive Enrico Mattinzoli, ha fornito ai consiglieri provinciali di centrosinistra che avevano chiesto chiarimenti sui tempi di attivazione dell’impianto. Mattinzoli ha ricordato agli interroganti che «completato il collaudo tecnico-amministrativo nel 2004, rimane oggi ancora da approvare il collaudo tecnico-funzionale del collettore e dell’impianto che può essere eseguito solamente una volta avviato il depuratore».

«Le opere ad oggi non ancora realizzate avrebbero consentito di completare il sistema depurativo della Valcamonica, considerando l’avvio dell’impianto», sostiene l’assessore all’Ambiente, che fa rilevare come «le decisioni dei Comuni della Valcamonica abbiano inciso sulle iniziative via via assunte dalla Provincia». Mattinzoli ha informato anche sul rigetto, da parte dei Comuni della Valcamonica, di un project financing proposta da un privato nel 2002 per il completamento del sistema di collettamento perché giudicato «non conveniente dal punto di vista economico».

Il responsabile di ambiente ed ecologia in Provincia ha anche rammentato gli incontri avvenuti con la Comunità montana e i Comuni della Valcamonica per la stesura di una convenzione per la gestione del depuratore, firmata il 27 luglio dello scorso anno, con la quale l’impianto sarebbe stato gestito dallo stesso ente comprensoriale, su delega dei Comuni o da terzi, prevedendo per i primi tre mesi la conduzione della società esecutrice delle opere.

Nella risposta agli interroganti Mattinzoli ha fatto riferimento ai suddetti incontri dai quali «emerse che parte della rete fognaria di alcuni Comuni non poteva essere convogliata al depuratore per il mancato allaccio al collettore intercomunale, lavori che dovevano essere realizzati dagli stessi Comuni anche con l’impiego degli introiti tariffari per la depurazione».

L’assessore, nella risposta ai consiglieri provinciali di centrosinistra, ha ribadito che «resta ferma e perentoria la linea dell’assessorato nel procedere al superamento delle attuali carenze infrastrutturali in ordine al collettamento ed alla depurazione del bacino della Valcamonica, manifestatasi anche ultimamente con il sollecito ai Comuni a definire quanto necessario per sottoscrivere gli accordi di finanziamento con l’autorità di ambito».

Mattinzoli, a proposito della gestione del servizio idrico integrato, pure oggetto di polemiche e di prese di posizione (a suo tempo alcuni Comuni della Valcamonica presentarono un ricorso al Tar sull’atto dell’affidamento del Servizio), ha informato che «in seguito a deliberazioni assunte dall’Aato, relativo alle forme di gestione del Servizio idrico integrato, sono in via di definizione le modalità per individuare nel breve il soggetto gestore cui affidare l’area omogenea ovest che ricomprende il territorio della Valcamonica. Con ciò anche la gestione transitoria dell’impianto di Esine verrebbe superata e ricompresa nella gestione del Servizio idrico integrato del bacino dell’Oglio».

(BSOGGI – Luciano Ranzanici)

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