DISCARICHE, E’ BOOM DI RICHIESTE ottobre 2006

Mattinzoli: «Non metteremo rifiuti in ogni cava. Diremo no dove la gente non vuole»
«Il territorio della Provincia di Brescia, per quanto attiene alle discariche, rappresenta una grande risorsa per la Lombardia che ad oggi necessita della realizzazione di altri impianti.

Infatti trattandosi di ambito territoriale a forte vocazione estrattiva presenta una notevole disponibilità di cavità utilizzabili, in fase di recupero, quali discariche». Questo sta scritto a pagina 49 del Bollettino regionale del 18 agosto 2005, sul nuovo piano lombardo dei rifiuti.

Con questa inquietante prospettiva dovrà fare i conti il Piano Provinciale (che varrà fino al 2016) in fase di affinamento da parte dell’assessorato all’Ambiente retto da Enrico Mattinzoli. Un piano che diventerà operativo dal marzo 2007.

Sarà in virtù delle coordinate del piano regionale – che sembra voler trasformare ogni ex cava all’asciutto in discarica -, sarà perché il piano provinciale è nella sua fase cruciale, fatto sta che sul tavolo dell’assessorato sono piovute la bellezza di 22 richieste per altrettante nuove discariche. Va ricordato che in provincia ad oggi sono già aperte 12 discariche: quella Asm per rifiuti urbani a Montichiari, 3 per rifiuti pericolosi (Sistema a Montichiari, Faeco a Bedizzole e Gedit a Calcinato) e 8 per rifiuti inerti. «Quello che dice la Regione non è quello che ho in testa io – taglia corto l’assessore Provinciale all’Ambiente Mattinzoli -. Nel Bresciano ogni cava non può e non deve diventare una discarica».

Ma di quelle 22 richieste di nuovi siti, quali realmente ospiteranno rifiuti? «Dove popolazione ed enti locali non saranno d’accordo noi daremo sempre parere negativo – assicura Mattinzoli -. Inoltre adotteremo la Valutazione ambientale strategica (Vas) per ogni futura discarica: significa valutare l’impatto ambientale non solo della singola opera ma di tutto il territorio nella quale andrebbe ad insediarsi».

Di certo in una provincia che detiene il record regionale per importazione e smaltimento di rifiuti speciali e pericolosi (ben 1milione e 300 mila tonnellate, mentre il saldo tra import ed export di rifiuti nel Cremonese è di 400mila) è impossibile che non sorga qualche altra discarica. Per Mattinzoli è certa la realizzazione della Cava Verde bis di Montichiari da 2milioni di metri cubi («qualora si guastasse l’inceneritore Asm serve un sito d’emergenza») ma è affatto scontata l’approvazione della discarica nell’ex cava Bettoni a Castegnato. Per quelle di rifiuti speciali e pericolosi valuterà la Regione; per quelle di inerti probabile l’apertura di altre 3 discariche.

Il futuro Ppr (piano provinciale rifiuti) non tratterà solo dell’emergenza discariche: negherà la realizzazione di un nuovo inceneritore per i prossimi 10 anni (quello Asm brucia già 750mila tonnellate/anno, più dell’intera produzione di rifiuti urbani di Brescia e provincia, che è di 700mila) mentre cercherà di sviluppare la realizzazione di 5 poli energetici nella provincia. Di che si tratta? «Intendo potenziare la raccolta differenziata – aggiunge Mattinzoli -, l’obiettivo è il 60% entro il 2016, e smaltire la frazione organica e il compost in appositi impianti di biogas da realizzare nelle diverse zone della provincia: Valli, Garda, Bassa. Toglieremmo dalla strada centinaia di camion diretti all’inceneritore Asm di Brescia».

E Asm non sopperirà alla mancanza di rifiuti importandone altri? «No, questo lo impediremo» chiude l’assessore. Ultimo importantissimo capitolo del piano rifiuti: mappatura completa delle principali aziende inquinanti (acciaierie e altre aziende che trattano sostanze tossiche): l’assessorato sta ultimando un corposo archivio con la storia di ogni azienda a rischio: in un clic di computer si potranno visionare luci e ombre della ditta, dove smaltisce i rifiuti e se i suoi impianti effettivamente riescono ad abbattere gli inquinanti.

(BSOGGI – Pietro Gorlani)

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