PRESENTATO IL CENSIMENTO DELLE ZONE UMIDE E DELLE AREE INTERMORENICHE settembre 2006

Dopo la ricerca sui canneti del Garda e il censimento degli alberi monumentali, l’Assessore Enrico Mattinzoli presenta il censimento delle zone umide della pianura bresciana e delle aree intermoreniche dei laghi d’Iseo e di Garda.
L’Assessore all’Ambiente ha presentato, il progetto relativo al censimento delle zone umide della pianura bresciana e dei territori delle aree intermoreniche dei laghi d’Iseo e di Garda.

Dopo le ricerche relative alla distribuzione e consistenza dei canneti lacustri del Garda e alla schedatura degli alberi monumentali della nostra provincia, alla luce delle sempre più frequenti segnalazioni di sconsiderate alterazioni di pozze e laghetti, lanche, fontanili, lame e di altri preziosi relitti di ambienti umidi planiziali, con interventi di colmatura con scarichi abusivi di inerti e di rifiuti o di drenaggi, bonifiche e livellamenti, si è ritenuto urgente ed opportuno censire le zone umide della pianura e delle aree intermoreniche dei laghi d’Iseo e di Garda avviando un progetto nei 104 Comuni bresciani della pianura e delle aree intermoreniche dei laghi d’Iseo e di Garda.

Le zone umide, assieme alle foreste tropicali, sono tra gli ecosistemi del Pianeta con la più alta diversità biologica e produttiva. Tali zone rivestono un ruolo fondamentale nel mantenimento dei livelli di falda acquifera e freatica per il controllo delle inondazioni, dell’erosione e, accumulando e depurando le acque, attraverso il trattenimento dei nutrienti e la produzione di biomassa, contribuiscono a regolare il clima ed a favorire condizioni microclimatiche.

Trasformate e bonificate per fini agricoli, sanitari, industriali e antropici in genere, oggi sono gravemente minacciate ed in forte riduzione in tutto il mondo. In Italia rappresentano attualmente non più del 5% della superficie originaria quando, in epoca Romana, si estendevano su quasi 3 milioni di ettari.

Le zone umide sono insostituibili nell’equilibrio dell’ecosistema; si pensi sono alle miriadi di uova di pesci, rettili, anfibi, uccelli che qui vengono deposte, oltre alle specie ormai rarissime che sopravvivono nella pianura bresciana come la felce florida fra le specie vegetali e la testuggine d’acqua fra le specie animali.

L’iniziativa è stata coordinata dall’Assessorato all’Ambiente, Ecologia, Attività Estrattive ed Energia, con il supporto operativo del Servizio Guardie Ecologiche Volontarie (G.E.V.) oltre che alle segnalazioni di Comuni, enti, associazioni, scuole, ricercatori, naturalisti, studenti o singoli cittadini. La prima parte del lavoro ha consentito l’individuazione e la schedatura di circa 260 zone umide.

Il lavoro di verifica scientifica delle singole zone umide censite, è stato affidato a Silvio Frattini. La pubblicazione, lo studio, l’elaborazione, le integrazioni bibliografiche, sono state inserite in apposito data-base predisposto dall’Assessorato all’Ambiente. Sono state inoltre effettuate riprese fotografiche e la localizzazione topografica su CTR in scala 1:10.000 di ciascun biotopo.

Le zone umide ritenute idonee inserite nel censimento (alcune ancora in fase di aggiornamento) sono circa 90, che interessano il territorio di 44 comuni bresciani; per ognuna di esse è stata redatta una apposita scheda, corredata da relative diapositive. Nel corso della rilevazione degli elenchi della flora rilevata sono state scoperte numerose specie rare e rarissime, alcune di esse risultate nuove per la Provincia di Brescia.

Gli obiettivi di questa ricerca, conclude l’Assessore Mattinzoli, sono di tipo conservativo oltre che conoscitivo, scientifico e culturale. I biotopi censiti verranno infatti segnalati alla Regione Lombardia ed ai singoli Comuni, oltre che inseriti nel PTCP e nel piano rifiuti – in fase di elaborazione da parte dell’Assessorato all’Ambiente – al fine di una loro adeguata tutela e valorizzazione, con gli opportuni suggerimenti inerenti una loro corretta gestione.

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