«RIGORE, MA SOLO PER QUALCUNO» ottobre 2006

Il presidente dell’Associazione Artigiani Enrico Mattinzoli: «Accuse pesanti, il Governo fa leva sul giustizialismo sociale»
«Una Finanziaria deludente, iniqua ed offensiva. Deludente poiché sul versante dei tanto sbandierati tagli alla spesa pubblica si è fatto poco o nulla, lasciando intatti vecchi privilegi e le rendite di posizione; Iniqua in quanto scaricherebbe solo su una parte del Paese rigore e pesanti aumenti;

offensiva perché, nel praticare il solito, damagogico esercizio di addossare ai soli cosiddetti “autonomi” le responsabilità dell’evasione e dello sfruttamento nel nostro Paese, si presenta ad artigiani, commercianti e piccole imprese un conto salatissimo.

I presupposti quindi di una Finanziaria “preventivamente punitiva”, sono andati oltre ogni più pessimistica attesa». Sono le dure considerazioni espresse dall’esecutivo dell’Associazione Artigiani presieduta da Enrico Mattinzoli che, analizzando i contenuti che riguardano il comparto, stigmatizza con grandissima preoccupazione ed indignazione lo schema predisposto dall’esecutivo.

Ciò che maggiormente irretisce – prosegue la nota dell’Associazione – «è il nuovo clima di contrapposizione sociale che ci sta generando: anche i “ricchi piangano”, riportano alcuni manifesti. Tuttavia la certezza che non è un pensiero di una sola parte della coalizione governativa la riscontriamo nelle parole del ministro, Padoa Schioppa, che rispondendo alle critiche mosse alla finanziaria ha detto che “con questa manovra leviamo le mani di alcuni cittadini dalle tasche dello Stato e dalle tasche di altri cittadini”: una presunta colpa già sentenziata visto che, a quanto pare, avere imprese con basso reddito è certamente sinonimo di evasione!

Non ci stiamo al gioco al massacro; pensavamo che fossero passati gli anni che fecero vergognare alcuni giovani, a scuola, di essere figli di artigiani perché, allora, la lotta di classe tentava di emarginare un comparto. La nostra dignità deve essere rispettata e con questa manovra crediamo che il Governo faccia leva sul giustizialismo sociale, penalizzando una categoria che ha mostrato la sua forza sostenendo il Paese dinnanzi al dissesto produttivo della grande industria che da anni dismette personale dipendente».

Il mondo dell’artigianato non è stato coinvolto – prosegue ancora la nota -, sentito, valutato nella sua interezza, «alla faccia del dialogo e concertazione sbandierati; sulla falsa riga del Decreto Bersani. Ora inizia la dura fase che contraddistingue le persone serie: eserciteremo con fermezza e coerenza tutte le iniziative possibili sul Governo e sulle istituzioni affinché la manovra possa essere emendata equamente, in particolare per quei contenuti che riteniamo inaccettabili quali il “prelievo forzoso” del Tfr, gli aumenti dei contributi previdenziali e delle imposizioni fiscali, anche a livello locale.

Il pessimismo rispetto all’accettazione delle nostre profonde ragioni è alto, visto che, ad esempio, ci era stato garantito che i contributi Inps non sarebbero stati innalzati mentre invece riscontriamo l’esatto opposto. Siamo convinti più che mai dell’importanza del lavoro congiunto di tutte le forze dell’artigianato e del lavoro autonomo per riscattare la nostra immagine, pensando anche ad azioni di mobilitazione della categoria e di corretta informazione per non lasciare le nostre imprese alla mercè del dilanio fiscale».

(BSOGGI)

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