OTTIMISMO, DETERMINAZIONE E VOGLIA DI FARE: L’ARTIGIANATO BRESCIANO NON MOLLA LA PRESA (GdBrescia) febbraio 2014

L’analisi di Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia

«l’artigianato non molla la presa, ma i problemi sul tappeto esigono un cambiamento radicale»

L’ottimismo e la voglia di fare di sempre, ma anche la consapevolezza che il mondo dell’artigianato non ha intrensicamente le risorse per rilanciarsi, dovendo fare i conti con i problemi che sono di un intero Paese.

Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia, è scettico quando guarda al futuro dell’Italia: «Anche il 2013 si chiude costringendoci a fare i conti con una situazione che, se non più drammatica, visto che la caduta libera sembra essersi arrestata, non ci lascia tranquilli per il futuro. Siamo tutti preoccupati perchè la leggera ripresa che alcuni prevedono, e che in realtà pochi hanno visto, non è sufficiente per rialnciare l’occupazione. Le imprese hanno dovuto fare i conti non solo con i problemi del mercato, ma soprattutto con uno Stato che sta facendo poco o nulla per metterle nelle condizioni di essere competitive».

I temi sul tappeto da anni rimangono capitoli irrisolti, dalla sburocratizzazione all’accesso al credito, all’insostenibile fardello fiscale: «Di questo passo per tornare ai livelli del 2008, ovvero ante crisi, ci vorrà almeno un decennio. Mentre si discute di falsi problemi ci si dimentica che i veri nodi da sciogliere sono: come far ripartire il mercato interno; come alzare i redditi medio-bassi; come alleggerire il peso fiscale sulle imprese. Perchè non diamo alle imprese gli strumenti per far ripartire il lavoro e per rimettere in moto un volano del quale tutti beneficerebbero».

«Invece siamo in un Paese vecchio e ingessato, incapace di guardare avanti come invece hanno fatto altri Stati europei e non solo. Non può esserci certezza nel futuro se non si mette in moto un programma di modernizzazione complessiva. Stiamo purtroppo pagando oltre vent’anni di non governo e la nostra classe politica non si è ancora resa conto di cosa sta accadendo in Italia. Tirando le somme, siamo ancora più preoccupati rispetto al dicembre 2012: qualche attività ha registrato un minimo di ripresa, ma si tratta di attività marginali, incapaci di dare tono al sistema produttivo e non solo. L’Italia è un paese strutturalmente vecchio, che pare si stia consegnando alla deindustrializzazione e non riesce ad esprimere una politica aggressiva nemmeno all’estero dove i nostri imprenditori vanno per iniziativa propria, senza alcun supporto ufficiale come accade invece ad altre nazioni, la Francia ad esempio».

Così dall’Italia è la fuga di cervelli e anche di imprenditori: «E’ un peccato perchè il tessuto imprenditoriale italiano è una ricchezza unica, che non ha eguali in altre nazioni». L’Italia ha dunque superato il punto di non ritorno? «Il futuro è nebuloso – conclude Mattinzoli -. Se la politica non capisce che deve cambiare rotta non avremo molte chance su un mercato sempre più globale e competitivo».

Back to Top