NUOVA CENTRALE ASM, I DUBBI DEL BROLETTO maggio 2006

Mattinzoli: «Quali saranno, se ci saranno, i benefici per la qualità dell’aria di Brescia?»
Questo il principale interrogativo avanzato a Roma dall’Assessore Provinciale all’Ecologia Enrico Mattinzoli nella prima conferenza dei servizi svoltasi al Ministero delle Attività Produttive sul progetto di riqualificazione della centrale di teleriscaldamento Asm di Lamarmora.

Progetto che prevede la sostituzione dei due moduli alimentati a gasolio e oli pesanti (che producono un massimo di 60Mw) con una centrale a metano, combustibile di per sè più pulito.

«Tutto, in realtà, dipende dalle dimensioni dell’impianto» precisa Mattinzoli. E l’impianto piccolo non è: si tratterebbe di una centrale da 380 Mw, una mezza centrale di Offlaga (780Mw) che sorgerebbe nel cuore della città. Anche per questo l’Assessorato Provinciale all’Ambiente ha richiesto che «i progetti di Offlaga e Lamarmora siano valutati complessivamente».

«Al fine di una valutazione corretta degli eventuali benefici ambientali – sostiene Mattinzoli – è necessario scorporare la componente relativa alla potenza elettrica, perchè l’incremento di potenza elettrica comporta una immissione in atmosfera di inquinanti e climalteranti, in pratica (CO2) che non si avrebbero a fronte di una sola trasformazione dell’impianto esistente. I consumi di energia elettrica locali non giustificano la necessità di localizzare un impianto di produzione di energia elettrica di taglia maggiore rispetto all’attuale potenza installata».

Ma le perplessità della Provincia in merito alla realizzazione di una centrale turbogas proprio in centro città sono state riassunte in una lista di richieste precise rivolte ad Asm e consegnate per conoscenza al Ministero competente: Asm dovrà fornire una ricostruzione dei bilanci energetici per la centrale, in funzione della situazione dell’aria già pesantemente compromessa.

Ricostruzione dei bilanci emissivi riferiti agli scenari del prima e del dopo la realizzazione della nuova centrale, estendendo gli stessi alle emissioni climalteranti (CO2), con la chiara precisazione delle ipotesi di partenza, ovvero il contributo derivante dalla sostituzione del parco caldaie.

Monitoraggio e misurazione dei rilasci di ammoniaca dall’impianto. Ricordiamo che l’Assessorato all’Ambiente della Provincia nel marzo 2005 aveva espresso parere di compatibilità alla terza linea del termoutilizzatore Asm, vincolandola ad alcune prescrizioni, fra le quali «la riduzione delle emissioni della centrale di Lamarmora e degli impianti del sistema energetico Asm mediante la trasformazione a metano da attuarsi nel più breve tempo possibile dall’ottenimento delle necessarie autorizzazioni».

Insomma, i dubbi dell’Assessore Mattinzoli in merito alla riqualificazione dell’impianto sono, con toni meno accesi, simili a quelli sollevati dal comitato ambientalista contro la centrale di Lamarmora. Dubbi legati, principalmente, alla già compromessa situazione bresciana che richiede interventi drastici per diminuire al massimo la possibilità inquinante. Malgrado il saldo positivo dell’impianto, riducendo la produzione si può ottenere una maggiore riduzione degli elementi inquinanti.

(BSOGGI – Pietro Gorlani)

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