ASM, LA NUOVA CENTRALE PASSA DA ROMA maggio 2006

L’Assessore Provinciale Mattinzoli: «Necessario verificare con attenzione l’impatto ambientale»
Il progetto Asm di riqualificazione delle vecchie centrali di Via Lamarmora per il teleriscaldamento ha cominciato a muovere i suoi primi passi sulla strada che potrebbe trasformarlo in realtà.

La prima Conferenza dei servizi sul progetto si è infatti tenuta a Roma nella sede del Ministero delle Attività Produttive. Il complicato iter di delibere e autorizzazioni a diversi livelli istituzionali, che ha portato fino alla convocazione della Conferenza, era iniziato addirittura il 30 gennaio 2002 con una delibera della Giunta comunale, nella quale si esprimeva parere positivo ad Asm in relazione al progetto di trasformazione delle due centraline.

Alla Conferenza sono giunti i rappresentanti di alcuni dei Ministeri interessati (Sanità, Beni Culturali, Attività Produttive) insieme a quelli di Comune e Provincia di Brescia e di Asm. L’azienda di via Lamarmora sottolinea che «con questo incontro, il primo di un iter piuttosto lungo e complesso, si apre ufficialmente la procedura di autorizzazione per realizzare il progetto, verificando che tutta la documentazione necessaria sia stata prodotta e sia pervenuta agli enti preposti».

Nel corso della riunione il proponente (Asm, appunto) ha poi illustrato il progetto di repowering delle due centrali da 30 Mw ciascuna, per generare una potenza di circa 400 Mw attraverso la tecnologia turbo-gas. All’incontro romano è intervenuto ieri anche l’Assessore Provinciale all’Ambiente ed Ecologia Enrico Mattinzoli. Che sul progetto muove alcune osservazioni nei confronti dello stesso e chiede maggiore chiarezza nel dialogo tra le parti coinvolte.

Secondo Mattinzoli «è essenziale che il Ministero valuti nel complesso l’impatto ambientale che sarà prodotto sia dal nuovo impianto di Lamarmora, sia dalla centrale di Offlaga». Palazzo del Broletto infatti lamenta il fatto che i due progetti «non vengono valutati allo stesso modo, in quanto quello relativo all’impianto di Lamarmora viene considerato come un intervento di restyling e non come un nuovo insediamento».

Tuttavia in Provincia considerano il ripotenziamento dell’impianto di Lamarmora «a tutti gli effetti un nuovo impianto», dal momento che la potenza elettrica e la potenza termica saranno triplicate. Di conseguenza, avverte Mattinzoli, «bisogna mettere subito le carte in tavola e dire con chiarezza cosa cambierà in termini di respirabilità dell’aria».

E le valutazioni sulle ricadute di carattere ambientale vanno fatte a livello dell’intero territorio provinciale bresciano, tenendo conto anche dell’impianto di Offlaga. Purtroppo, si è rammaricato Mattinzoli, ad eccezione della Provincia e più debolmente del Ministero della Sanità, «nessuno dei presenti ha avuto particolari osservazioni da fare in merito al progetto».

Pertanto l’Amministrazione Provinciale ritiene necessaria una più approfondita analisi degli aspetti progettuali e di funzionamento dell’impianto di Lamarmora, «prestando particolare attenzione ai bilanci emissivi nei quali tra l’altro andrebbero incluse le emissioni di anidride carbonica (CO2) dannose per il clima».

(GdB)

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