Reazioni alla chiusura dell’inchiesta Bipop
Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia commenta:Il caso della vecchia Bipop ha insegnato a Brescia una dura lezione: il denaro si “fabbrica” nei capannoni e con le macchine. Il resto rimane ancora tutto da verificare».
«Purtroppo – sottolinea con amarezza -, per un lungo periodo, si è fatto credere agli imprenditori che fare business fosse facile e potesse durare a lungo.
Invece, l’epilogo della vicenda ha insegnato l’esatto contrario: parte delle difficoltà che aziende, anche quelle piccole, devono affrontare sono conseguenza di una prospettiva che non si è realizzata. – conclude Mattinzoli – «La chiusura dell’inchiesta è solo una tappa: l’iter giudiziario durerà a lungo». Mino Martinazzoli – ex sindaco di Brescia e leader del Comitato di piccoli azionisti che si è battuto a lungo per osteggiare la fusione tra la vecchia Bipop e Banca di Roma – commenta così gli ultimi sviluppi della vicenda che vede coinvolti i vertici dell’ex Popolare. «La storia della banca – aggiunge – si è conclusa quando Bipop ha perso a sua autonomia. Sul fronte giudiziario il problema vero non sarà rappresentato dall’oggettività dei reati, bensì dall’accertamento delle singole responsabilità».
Il caso della vecchia Bipop ha lasciato anche un altro segno, «Non c’è dubbio – sottolinea Carola Tessadri, coordinatrice Fabi del gruppo Bipop-Carire -. Oggi all’interno della banca si lavora con grande rigore. La conclusione dell’inchiesta – aggiunge – segna una tappa».
Per Francesco Bettoni, leader della Cdc di Brescia, «si è chiusa un’epoca dell’economia bresciana, che ha segnato famiglie e risparmi». Un’analisi in linea con quella di Aldo Bonomi, leader dell’Aib e consigliere della nuova Bipop-Carire: «Si è conclusa una vicenda iniziata bene e, purtroppo, finita male: ha lasciato ferite in molti come già era successo con altri casi in periodi d’oro. Ora la nuova Bipop è tornata prestare grande attenzione alle imprese, riprendendo il cammino iniziato tanti anni fa».
(BSOggi – C. Cassamali)