L’ORGOGLIO E LA FATICA DI ESSERE HOMO FABER novembre 2011

«Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica; per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione dell’uomo e di tutto l’uomo»

Sostiene il sociologo statunitense Richard Sennet che «chi sa governare se stesso e dosare autonomia e rispetto delle regole non solo saprà costruire un meraviglioso violino, un orologio dal meccanismo perfetto o un ponte capace di sfidare millenni, ma sarà anche un cittadino giusto».

L’uomo artigiano di Sennet è il liutaio medievale, l’inventore ottocentesco, ma anche l’homo faber che ha ricostruito Brescia dalle macerie della seconda guerra mondiale trasformandola nella terza locomotiva d’Italia. Dalla singola vite fino all’hitech del nuovo veloce millennio. Con orgoglio e fatica, svegliandosi presto tutte le mattine e non vergognandosi delle mani gonfie da ore di martello e pialla. Oggetti innovativi, piccole quantità e grandi qualità. Spesso su misura. Sempre con passione e tradizione. Una storia impersonata dai sessantacinque anni dell’Associazione Artigiani e che oggi guarda al futuro nebuloso di una crisi che sembra mai finire con quella fiduciosa praticità che contraddistingue il saper fare bresciano.

Una storia di lavoro. E di uomini che dalle loro piccole officine hanno girato il mondo della globalizzazione con i loro prodotti. Belli, unici, soprattutto utili. Lo aveva capito alla fine degli anni Sessanta un bresciano illustre come Papa Montini, che nella Populorum progressio scrisse: «Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione dell’uomo e di tutto l’uomo».

Ed è da queste parole che sabato alle 10 presso l’Associazione Artigiani di via Cefalonia si confronteranno il Vescovo di Brescia Luciano Monari e il professor Giovanni Bazoli per rendere omaggio al 65esimo compleanno dell’Associazione.

(CORRIERE DELLA SERA – Massimiliano Del Barba)

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