«IMPEGNO, NON DAZI» marzo 2005

Intervento di Enrico Mattinzoli
L’obiettivo prioritario è puntato sulla ricerca di ricette utili per il settore tessile, e più in generale per il sistema produttivo dinnanzi alla ormai cronica e, in alcuni casi, drammatica situazione del nostro sistema impresa. Per suo verso l’Associazione Artigiani ha già fornito in passato alcune proposte operative in linea con quanto emerge ora anche sui quotidiani.

Ora intendiamo richiamare l’attenzione rispetto all’anomalia di questi mercati. Se da una parte il mondo imprenditoriale richiama la necessità di incentivi e misure per il settore, dall’altra, e da tempo, delocalizza le imprese per reggere, necessariamente, l’urto della concorrenza. A questa delocalizzazione corrisponde quindi, un minor utilizzo della piccola impresa terzista del nostro territorio con conseguente agonia per le realtà minori.

Dinnanzi a questo scenario l’anello debole della catena produttiva, ovvero l’impresa artigiana, sta soffrendo una crisi che taluni definiscono strutturale e quindi, ineluttabile. Il nostro sistema impresa paga oggi, quanto in passato non è stata in grado di prevedere. Abbiamo per troppi anni dedicato tempo a produrre, troppo poco a immaginare nuovi prodotti, reti di imprese collegate, circuiti di proposta quantitativi piuttosto che qualitativi. La stessa manodopera ha appreso metodi di lavoro legati al principio della quantità, quindi dei tempi; oggi si trova fuori mercato quando richiesta in imprese di nicchia, che hanno lavoro, che lavorano per firme e alta sartoria.

Sempre più la ricerca deve essere indirizzata sul prodotto piuttosto che sul progetto. Non è certo con i dazi o clausole di salvaguardia che si difende il made in Italy. Il sistema produttivo italiano va riscritto e in questo le Associazioni di categoria devono e possono avere un ruolo determinante.

Secondo noi, quindi, è importante, doveroso e quanto mai urgente cercare tutti gli strumenti di tutela, quelli che oggi tutti, giustamente, richiedono e che sono stati oggetto di una nostra segnalazione fatta ai parlamentari bresciani. Vorremmo però che il risultato non fosse solo quello di attivare canali protezionistici o incentivi (che non farebbero che posticipare l’agonia del settore) ma un impegno forte affinché il sistema imprenditoriale torni alla vocazione produttiva e non solo a quella commerciale e finanziaria per le quali i danni generati sono sotto gli occhi di tutti.

(BSOGGI)

Back to Top