L’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI INCONTRA LA LEGA NORD (BSOggi) febbraio 2013

Enrico Mattinzoli affida a Davide Caparini e al candidato alle prossime regionali Fabio Rolfi il proprio desiderio

«Sulla scia del federalismo fiscale, credo sia importante arrivare alla valutazione dei tempi standard di risposta della burocrazia statale nei confronti delle imprese».

Lega Nord e Associazione Artigiani si sono unite nell’attacco della pubblica amministrazione. Un moloch, a sentir loro, che deve essere snellito per tornare ad essere al servizio delle imprese, e non ostacolo, e per razionalizzare costi e funzionalità dalla punta del Nord al tacco d’Italia.

Nella sostanza Mattinzoli vorrebbe che un organismo terzo valutasse dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione in base al tempo in cui riescono a produrre risposte utili alle aziende che le richiedono. «In quanto tempo ad esempio vengono rilasciate le concessioni? Individuiamo un modello virtuoso e facciamolo divenire metro di giudizio per il lavoro statale in tutto il Paese» auspica il presidente degli Artigiani. Che non è nuovo a pungolare gli onorevoli leghisti su temi cari ai suoi iscritti. A partire dalla semplificazione burocratica per le imprese per i vari ambiti della vita lavorativa agli appalti pubblici, dai contratti a tempo determinato alle collaborazioni a progetto, le agevolazioni fiscali e relative problematiche e l’accesso al credito.

«Avevamo affidato queste richieste a Caparini e lui se ne è fatto portavoce in Parlamento. Diverse fra queste sono state accolte». Rolfi riprende una recente proposta di Roberto Maroni nel campo degli appalti: «Serve un sistema di premialità per le nostre aziende che introduca il concetto dei bandi a chilometro zero, avvantaggiandole rispetto alle altre le realtà. Senza dimenticare, dove si vanno a prendere i soldi, ovvero dalle nostre tasche, che invece di essere spediti a Roma restano qui per il 75 per cento, diventando in Lombardia 16 miliardi di euro da spendere per abbassare prima di tutto le tasse».

Davide Caparini, deputato bresciano della Lega Nord, aggiunge un’ulteriore proposta: «Vincoliamo il numero di dipendenti pubblici di una regione al numero dei propri cittadini. Alcune situazioni odierne non sono spiegabili se non con il clientelismo che non si può più sopportare». Secondo il deputato leghista le imprese devono poter avere «la certezza del diritto per lavorare. Qui le regole cambiano continuamente e dalla pubblica amministrazione non arrivano risposte. E’ quasi impossibile in questo modo fare programmazione, figuriamoci attirare investitori esteri».

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