L’ASSESSORE MATTINZOLI: «L’AMPLIAMENTO FAECO ERA L’UNICA SOLUZIONE POSSIBILE» agosto 2007

«Poco coerente da parte del Comune criticare una scelta e poi cercare di ricavarne benefici»

La sintesi tra certezza e speranza. Queste le «colonne d’Ercole» entro cui si muove l’assessore provinciale all’Ambiente Enrico Mattinzoli.

Ovvero tra la convinzione strenua, incrollabile «che il raddoppiamento della discarica Faeco, oltre che atto legittimo, era l’unica soluzione praticabile», e l’auspicio che «secondo quanto è in previsione, il fluff conferito in discarica un giorno possa essere riportato in superficie per essere recuperato».

Mattinzoli difende la scelta relativa alla Faeco e non risparmia frecciate all’Amministrazione comunale di Bedizzole e al suo atteggiamento critico nei confronti dell’ampliamento dell’impianto. Strali lanciati prendendo il discorso un po’ alla larga.

«Il via libera della Regione ad aumentare la volumetria della discarica di Bedizzole – attacca Mattinzoli – è conseguente all’Autorizzazione integrata ambientale relativa proprio a tale ampliamento. Del resto Faeco ha definito una garanzia fidejussoria da 65 milioni di euro sia per quello che riguarda la gestione operativa (che andrà ad interessare anche i due anni successivi alla chiusura dell’impianto), sia per il controllo nei 30 anni del post-discarica». Da qui Mattinzoli prende spunto per qualche sottolineatura.

«Capisco che il Comune di Bedizzole possa essere contrario – riconosce l’assessore – ma è falso che, visto l’ok sancito dall’Aia, sia ora necessaria una convenzione tra Amministrazione comunale e Faeco. Anche perchè, se così fosse, mi parrebbe poco coerente criticare una scelta ma poi cercare di ricavarne benefici. Comunque – si affretta a gettare acqua sul fuoco – non è mia intenzione giudicare l’atteggiamento del Comune».

Sul merito dell’ampliamento Mattinzoli non usa mezzi termini: «Era e rimane l’unica soluzione possibile: infatti è l’unica discarica in provincia adibita allo smaltimento dei fluff, per cui dotata di tutte le attrezzature necessarie. Oltre ad avere impianti a biogas e fotovoltaici. Fattori che rendevano quasi obbligata questa scelta. Anche perchè non mi risulta si sia fatto avanti nessuno proponendo siti alternativi per realizzare una nuova discarica».

Del resto questa è un’ipotesi che per Mattinzoli ha ben poco appeal: «Piacerebbe anche a me che non ci fossero più discariche, ma questo può essere solo il culmine di un lavoro lungo e complesso. Tornando alla Faeco si tratta non solo di un impianto ottimamente gestito, ma anche di una struttura che ha ricevuto tutte le certificazioni necessarie da parte di Arpa e Asl». Puntualizzazione che suona come replica piccata a chi in qualche modo ha puntato il dito contro il raddoppio delle volumetrie in quanto possibile causa di incremento di inquinamento ambientale della zona.

«L’impatto non crescerà molto, anche perchè non solo l’impianto è dotato delle migliori tecnologie, ma anche perchè viene costantemente controllato. Sopralluoghi che vedono protagonista anche un comitato locale».

Risolta la questione smaltimento, Mattinzoli prova anche ad ipotizzare un destino diverso per il fluff. Un futuro che sia di valorizzazione («ma non di termovalorizzazione», si affretta a precisare) che potrebbe materializzarsi nel giro di una decina d’anni. «Si parla di studi che permetteranno di recuperare il fluff. Sono convinto che entro qualche anno sarà possibile e, se ciò dovesse accadere, non vedrei nulla di male nel riestrarre il fluff smaltito per valorizzarlo. La discarica di Bedizzole, essendo monorifiuto, sarebbe perfetta per questo tipo di sviluppo: si tratterebbe solamente di separare i rifiuti dalla ghiaia».

(GdB – ro.ramp.)

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