ISPEZIONI IN AZIENDA, OBIETTIVO SUL «DIALOGO E IL BUON SENSO» (BresciaOggi – M. Biglia)

Due relatori che hanno fatto il pieno nella sala conferenze dell’Associazione Artigiani di Brescia: sono Domenico Arena (direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Brescia) e il colonnello Giuseppe Arbore (comandante provinciale della Guardia di Finanza. Introduzione del presidente Enrico Mattinzoli, che ha ricordato i problemi della concorrenza sleale, come quella dei taxisti abusivi o di chi offre negli appalti ribassi impossibili.

Arena e il colonnello Arbore sapientemente, hanno parlato di nuovo dialogo con il cittadino, di un atteggiamento «che non è persecutorio», mantenendo però fermo il riferimento al loro ruolo di controllo, come rappresentanti dello Stato, finalizzato a combattere l’evasione fiscale. Entrambi hanno ammesso che la pressione fiscale in Italia è alta, ma Arena ha sottolineato che i tributi servono per i servizi e per la solidarietà sociale, mentre il colonnello ha smentito sia che il non pagare sia una sorta di «legittima» difesa contro l’eccessiva «peso», sia che questo sia fattore determinante per evadere. «Altri Paesi hanno imposizioni simili, come la Svezia, eppure la situazione è diversa – ha detto il comandante delle Fiamme Gialle -. Per lottare davvero contro l’evasione serve la credibilità dell’Amministrazione che con l’effettività della sanzione colpisce e recupera» quanto non corrisposto.

Arena ha parlato delle ispezioni dell’Agenzia, che non hanno come scopo la ricerca della prova «perché il procedimento è di tipo logico presuntivo. È l’imprenditore che deve opporre un ragionamento più convincente». Arbore, a sua volta, ha spiegato come avvengono le verifiche fiscali della Guardia di Finanza: hanno la finalità di fornire elementi all’Agenzia con cui è costante il dialogo. I controlli sono approfonditi perché si può anche trovare di peggio, per esempio scoprire dai conti, come accaduto, una situazione di usura. Sono programmate e mirate su sospetti, non su denunce, anche se quelle anonime arrivano a decine ogni giorno; e sono preparate da attività di intelligence, non possono essere annunciate prima come in Francia dove, però, il fisco è collegato online con le banche. Non è possibile esimersi e, su mandato autorizzato, gli agenti, spesso in borghese, possono anche perquisire l’abitazione o le persone. «Quando non c’erano le agenti donna si ricorreva alle vigilesse, o alle infermiere nel caso di perquisizione delle segretarie», ha ricordato il comandante della «Gdf».

Esiste, tuttavia, lo statuto dei diritti del contribuente, che consente di fare opposizione, entro 60 giorni, a quanto scritto nella relazione finale che si chiama «processo verbale di constatazione». È possibile farsi assistere da un professionista e si può chiedere che, dopo la prima giornata di acquisizione del materiale, i controlli proseguano in altra sede. «In ogni caso noi cerchiamo di essere discreti e tendiamo alla collaborazione. Con il dialogo e il buon senso tutto avviene nel modo più sereno», è stato l’invito del colonnello Arbore.

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