«C’É LA FINANZA CHE FARE?» LA GDF FA IL PIENO ALL’ASSOARTIGIANI (Giornale di Brescia – C. Piantoni)

Il comandante di Brescia ricorda i diritti delle aziende: «Siamo sullo stesso piano». Il direttore dell’Agenzia delle Entrate:  «I problemi si risolvono se non c’è malafede»

 «Chi vi ha mandato?». È la domanda che la Guardia di Finanza si sente spesso porre quando si presenta alla porta di un’azienda per un’ispezione. In realtà, però, la scelta dei soggetti da controllare non dipende da segnalazioni, che anche in forma anonima arrivano copiose ogni giorno al comando di via Milano, ma da un’accurata attività di indagine. Se si collabora… A chiarirlo, sfatando qualche mito, è stato il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Giuseppe Arbore, intervenuto ad un convegno sul tema delle ispezioni in azienda promosso nel pomeriggio di ieri in via Cefalonia dall’Associazione Artigiani. Un seminario in cui è stata a più riprese ribadita la necessità di un rapporto di collaborazione tra enti accertatori e singoli contribuenti, nella convinzione che ogni controllo debba fondarsi su principi di fiducia e garanzia.

Il convegno, a cui erano presenti più di 250 artigiani, a conferma dell’interesse suscitato dalla tematica, è stato anche l’occasione per la Guardia di Finanza di ribadire alcuni diritti di cui godono i soggetti sottoposti ad accertamenti. «Nella verifica fiscale – ha assicurato il colonnello Arbore – ci poniamo allo stesso piano del contribuente, che quindi ha diritto in qualsiasi momento a fornire proprie osservazioni, alla luce dei verbali di verifica compilati al termine di ogni giornata di attività, e a sanare le proprie posizioni attraverso il ravvedimento operoso, anche quando le verifiche sono già state avviate». Non solo. Tra le facoltà del titolare dell’azienda oggetto di controlli c’è anche la richiesta di trasferire tutte le fasi d’indagine successive alla raccolta dei documenti negli uffici della Guardia di Finanza o del proprio consulente. 

Strumenti messi a disposizione dallo statuto dei diritti del contribuente, che ha rappresentato una conquista anche dal punto di vista della percezione culturale dei controlli, ritenuti a lungo troppo invasivi per chi li subiva. «Per comprendere la nostra attività – ha proseguito Domenico Arena, direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate, parlando alla platea – bisogna partire dal presupposto che nelle aziende noi vogliamo verificare gli adempimenti e non cercare la prova di una mancanza. Gli errori possono essere commessi da tutti, dai contribuenti, dai consulenti e anche da parte nostra. Nella maggior parte dei casi, però, quando si rileva un problema vi sono molte soluzioni. L’importante è che vi sia buona fede e non comportamenti fraudolenti» che, è stato ricordato, hanno sempre meno spazi visto che GdF e Agenzia delle Entrate condividono ogni indizio di rischio fiscale a carico di un contribuente».

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