ENERGIA VIA LIBERA AL SAN FIORANO giugno 2003

Mattinzoli: «La capacità di trasporto sarà pari a 1.500 MW e consentirà di aumentare di circa il 25% l’import elettrico nazionale»

Entro trenta mesi pronto il nuovo elettrodotto. Ai Comuni 20 milioni di €

Trenta mesi di tempo per entrare in funzione, 50 milioni di € di investimenti, 20 milioni di € ai Comuni interessati all’attraversamento della nuova linea, lo smantellamento (non la semplice dismissione) di 60 km della vecchia linea. Sono questi alcuni dei dati essenziali che porteranno da qui al 2005 all’entrata in esercizio del nuovo elettrodotto tra l’Italia e la Svizzera, sulla linea San Fiorano-Robbia, il cui accordo di programma è stato firmato ieri al Ministero delle Attività Produttive.

Presenti i rappresentanti delle due Province attraversate dalla nuova linea, quella di Sondrio e quella di Brescia. La nostra Provincia era rappresentata dall’Assessore all’Energia Enrico Mattinzoli, principale fautore dell’ideazione del nuovo elettrodotto, la Comunità Montana di Valle Camonica e dai sindaci degli otto comuni interessati: Edolo, Corteno Golgi, Malonno, Sonico, Berzo Demo, Cevo, Cedegolo e Sellero.

Con la firma di ieri si aprono virtualmente i cantieri di quello che si annuncia essere tra i maggiori elettrodotti nazionali: 380 KW di portata, in doppia terna, una lunghezza complessiva pari a 44 km, di cui 39 in territorio italiano, la tratta San Fiorano-Poschiavino, e 15 km in territorio svizzero, la tratta Poschiavino-Robbia. La capacità di trasporto sarà pari a 1.500 MW e consentirà di aumentare di circa il 25% l’import elettrico nazionale. Con l’avvio dei cantieri si pone la parola fine ad un progetto fra i più dibattuti degli ultimi tempi soprattutto dell’opposizione dei Comuni e delle Comunità Montane.

«L’intesa – commenta non senza soddisfazione l’assessore Enrico Mattinzoli – è stata resa possibile da un lento lavoro di convincimento sulla società svizzera (la Ratia Energi), sul gestore della rete e sui Comuni. L’intesa è stata raggiunta dopo che al progetto iniziale sono state apportate una serie di modifiche che riducono l’impatto ambientale.  In particolare – elenca Mattinzoli – verranno smantellati (e quindi non solo dismessi) 60 km di cavi della vecchia linea , oltre all’interramento di 500 km di linee secondarie (su un totale di 1.200 km) con ciò razionalizzando la geografia di linee e tralicci). In aggiunta, ai Comuni bresciani e valtellinesi andranno complessivamente 20 milioni di €, nella misura di 500mila € per ogni km di territorio attraversato».

Ma l’avvio della nuova linea basterà a compensare la carenza energetica bresciana e lombarda? «Ritengo di si. Il piano energetico regionali da qui al 2010 non prevedeva l’avvio della nuova San Fiorano. Credo quindi che Brescia abbia, da questo punto di vista, “già dato” al piano energetico».

E’ il no definitivo della Provincia a nuove, possibili centrali a turbogas? «La Provincia non è mai stata pregiudizialmente contraria a nuove centrali purchè se ne dimostrasse la necessità. Ieri abbiamo dimostrato che siamo sensibili alle ragioni delle aziende senza dare il via a nuove centrali. San Fiorano – ricorda Mattinzoli – vale non una, quattro centrali elettriche, così come si va dicendo a proposito di possibili progetti bresciani. La mia considerazione ora è semplice: dopo l’intesa di ieri a Roma servono ancora, a Brescia e alla Lombardia queste centrali, considerando che l’energia che importeremo dalla Svizzera (energia da nucleare) costerà meno della metà dell’energia prodotta da centrali a gas?».

(GdB – G. Bonfadini)

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