DIECI CENTRALINE A BIOGAS NEL FUTURO DELLA BASSA giugno 2007

L’assessore provinciale all’Ambiente Enrico Mattinzoli illustra il progetto a cui il Broletto sta lavorando da alcuni mesi

Dieci impianti di piccole dimensioni per la produzione di biogas saranno il primo contributo della nostra provincia sulla strada verso l’utilizzo di energie pulite e rinnovabili.

L’iniziativa è dell’assessorato all’Ambiente della Provincia, retto da Enrico Mattinzoli, che sta lavorando da qualche mese alla fase preparatoria e di valutazione di questo progetto, che prevede la collocazione delle strutture in una decina di paesi della Bassa. La previsione è di intensificare adesso gli sforzi e coinvolgere i Comuni potenzialmente interessati fin dal prossimo autunno.

«Il biogas è un combustibile naturale che si forma spontaneamente durante la fase di decomposizione della materia organica – spiega Mattinzoli – negli ultimi anni sono state sviluppate tecnologie ultra-moderne che ne consentono l’estrazione dai rifiuti organici urbani e dal letame prodotto negli allevamenti di animali, per mezzo dell’utilizzo di batteri specifici inseriti assieme al materiale in apposite camere di fermentazione. In questo modo, oltre a evitare la diffusione nell’aria del metano che si leva dai cumuli delle discariche, lo si può utilizzare per la combustione in caldaie da riscaldamento o nei motori a scoppio».

E il progetto nella nostra Provincia? «La creazione di questi impianti alternativi eco-compatibili – continua l’assessore Mattinzoli – parte dal presupposto che nel Bresciano l’agricoltura ha una fortissima espansione territoriale e il settore zootecnico primeggia in Italia. Ne consegue una enorme produzione di sfalci e verde di scarto per le aziende agricole, oltre che di materiale organico per gli allevamenti. Ma anche il rischio sempre più consistente di inquinamento della falda acquifera sotterranea dovuto allo spargimento sulla terra di liquami, soprattutto suini, o in alternativa di concimi chimici. E’ a questo punto – continua Mattinzoli – che, presa coscienza della situazione, abbiamo iniziato a pensare alle soluzioni che aiutino a smaltire rifiuti e scarti ed insieme forniscano una resa economica».

Per dare un’idea di qual’è il serbatoio di combustibile naturale che andrà ad alimentare questi impianti è utile sapere che le aziende agricole bresciane (insediate in gran parte nella Bassa) producono rifiuti provenienti da ben 73.478 ettari di terra coltivata, molte decine di tonnellate a cui si aggiungerebbero il verde di giardini e parchi e gli scarti di cucina delle famiglie dei dieci Comuni interessati. Ma un aiuto consistente arriverà anche dalla grande produzione di sterco e reflui (o carcasse di animali morti) dai 44.161.200 capi allevati dal settore zootecnico.

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