ASSOCIAZIONE ARTIGIANI CHIEDE TEMPI CERTI PER PERMESSI E CONCESSIONI (GdBrescia) aprile 2013

Due idee per il rilancio delle imprese artigianali

Tempi certi per permessi e concessioni alle imprese, ma anche la creazione di un nuovo tipo di mutuo dedicato ai privati, da realizzare con l’ingresso dei Confidi nel mercato del credito per l’acquisto di case o ristrutturazioni.

Sono due idee nuove e promettenti, che mirano al rilancio delle imprese artigianali e in particolare dell’edilizia, quelle che l’Associazione Artigiani di Brescia si appresta a proporre al nuovo governo regionale di Roberto Maroni. Da un lato un’azione che assecondi l’esigenza dell’impresa di contare su tempistiche certe per permessi e concessioni, dall’altra che riconosca alle banche il bisogno di essere sgravate da un «rischio mutui» che oggi faticano a sostenere. «Le aziende italiane vanno in Francia o Svizzera, e non solo in India o Cina – spiega il presidente Enrico Mattinzoli – perché la burocrazia allunga troppo i tempi del via libera ai cantieri.

Come rimediare? È necessario che ci si possa rivolgere a un interlocutore unico, per avere un primo parere, e in una secondo momento avere indicazione di tutti i documenti necessari alla pratica. Dalla consegna dei documenti al via libera ai lavori devono essere fissati tempi invalicabili “standard”, di 30, 60 o 120 giorni, in base all’intervento proposto. «Nel caso del “credito più facile” – continua Mattinzoli – proponiamo anche ai privati, e non più solo alle aziende, le risorse dei Confidi. Per rendere appetibile la proposta a chi vuol comperare casa o ristrutturarla, pensiamo di creare un nuovo tipo di mutuo, garantito dai Confidi fino al 50%, in modo che alle banche non spetti un rischio superiore al 40% del totale. Il resto lo metterebbero i collegi dei costruttori.

Le risorse? Potrebbero essere i 300 milioni da tagliare ai partiti. Secondo un calcolo settoriale questa nuova possibilità creerebbe un giro d’affari di sei miliardi di euro». Allo stesso modo l’associazione di via Cefalonia rilancia il lavoro già avviato. «Per potenziare le reti d’impresa serve assegnare i contributi in conto capitale in modo diverso – precisa – accrescendo le verifiche sui risultati degli investimenti, per premiare chi ha messo a frutto le risorse aumentando fatturato e occupazione. La nuova premialità non dovrebbe concedere subito il 40%, ma magari il 25%, per crescere fino al 50% al secondo anno per i meritevoli». 

Non mancano passaggi su Patto di Stabilità e Basilea Tre. «Il Patto in questo momento impedisce ai Comuni italiani di fare investimenti per circa 9 miliardi di euro: 20 mila imprese vantano crediti con il pubblico, è necessario che questi soldi vengano liberati per essere di nuovo spesi. Allo stesso modo sono sempre convinto – conclude Mattinzoli – che vadano allentati i vincoli di Basilea Tre. È controproducente continuare a valutare la solvibilità di un’azienda solo in base a una formula matematica. C’è bisogno di tornare a considerare la storia e il valore delle persone e delle famiglie che fanno impresa».

 

 

 

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