UNA MAPPA DEI POZZI DELLA BASSA agosto 2006

Mattinzoli: «lavoro fondamentale per il rilascio delle autorizzazioni»
Una mappatura dei pozzi della Bassa Bresciana per salvaguardare la qualità delle acque. E’ questo in sostanza la finalità dello “studio idrogeologico della pianura bresciana” condotto dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia, guidato da Enrico Mattinzoli, su circa 350 pozzi dislocati in maniera uniforme sul territorio.

Si tratta di una rappresentazione puntuale, cartografica ed informatica di tutti i pozzi di captazione delle acque sotterranee autorizzati dalla Provincia a partire dal 2001. Il progetto, finalizzato alla costruzione di una banca dati che potesse fornire un primo quadro di insieme delle risorse idriche disponibili, ha riguardato sia pozzi privati adibiti ad uso agricolo, industriale, igienico, potabile o ittiogenico, che i pozzi comunali ad esclusivo utilizzo idropotabile.

Il lungo lavoro di ricostruzione, durato circa 5 anni, ha riguardato tutta la zona della pianura ed è stato effettuato raccogliendo tutti i dati presenti nelle relazioni idrogeologiche contenute nelle istanze di autorizzazione e concessione d’uso delle acque sotterranee presentate dalla Provincia a partire dal 2001. Ovvero l’anno in cui è divenuta effettiva la delega Regionale prima, e poi il trasferimento delle funzioni amministrative alla Provincia.

«La principale finalità del progetto – ha spiegato l’Assessore Provinciale all’Ambiente Enrico Mattinzoli – è la salvaguardia della qualità delle nostre acque, soprattutto per quelle di utilizzo potabile. Per fare ciò era necessaria la predisposizione di una database da poter utilizzare come supporto alle future valutazioni delle istruttorie in ambito idrogeologico».

E ciò sarà possibile d’ora in avanti grazie al sistema Gis (Geographic Information System), utilizzata dai tecnici nella predisposizione della banca dati. Questo efficace metodo ha permesso di georeferenziare ogni singolo punto di captazione sulla cartografia tecnica regionale in scala 1:10mila, associando ad ogni pozzo una serie di informazioni riferite a dati amministrativi e identificativi, di ubicazione, tecnici e idrogeologici.

In pratica lo studio rende possibile inquadrare la porzione di territorio interessata e visualizzare gli acquiferi secondo la tematizzazione desiderata. Sono state elaborate quattro carte tematiche nelle quali l’ubicazione delle captazioni è sintetizzata in rapporto: alla tipologia d’uso, al livello della falda, al gruppo acquifero da cui viene captata la risorsa idrica e all’esistenza di aree di crisi per eccesso di prelievi.

Questa suddivisione permette dunque di allargare il campo di studio e approfondire la situazione delle acque territoriali. Da un lato costruendo nuove carte tematiche inerenti i pozzi in base a un qualsiasi elemento presente nella banca dati. Le falde si possono visualizzare ad esempio per tipologia d’uso, per profondità, per portata concessa, per portata di collaudo ecc. dall’altro di possono valutare ed evitare le interferenze con altri elementi presenti quali discariche e cave.

Una particolare importanza riveste la catalogazione delle aree di crisi idrica quantitativa dovuta a eccesso di prelievi, le aree di attenzione, le aree in equilibrio e quelle con ridotta produttività. Inoltre vengono riportati i punti di captazione sia comunali che privati, per avere un’idea dei pozzi archiviati e georeferenziati rispetto alla totalità dei pozzi nell’archivio della Regione Lombardia che non sono ancora totalmente georeferenziati.

(GdB – Ilaria Rossi)

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