STORIA DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI V (E. Mattinzoli)

La manifestazione per il Decennale di Fondazione dell’Associazione Artigiani sarà l’occasione per ricordare avvenimenti e traguardi raggiunti: «funestati da una dolorosa scissione, provocata da alcuni dissidenti, ma che grazie alla grande passione e senso di abnegazione dei Dirigenti Artigiani, rappresentati al Centro dalla grande Confederazione Nazionale Artigiani, si è comunque raggiunto il Decennale più forti come non mai, rispettati e riconosciuti ovunque».

Alla Celebrazione tenutasi a Brescia l’11 Dicembre del 1955, alla presenza dell’On. Egidio Ariosto, verranno premiate, oltre ai Soci Fondatori Guido Allegrini, Paolo Baldo,Guido Chizzolini, Goffredo Gregori, Luigi Verdina, Stefano Zanolini e Marco Zanoletti, sei Aziende associate con attività ininterrotta da oltre cento anni: Luigi Marini Edile a Carpenedolo dal 1836, Enrico e Giovanni Signori Fabbri a Lonato dal 1840, Giuseppe Chilovi Costruzione Manici a Coccaglio dal 1840, Attilio Brodini Falegnameria a Brescia dal 1840, Cesare Bulgarini Falegnameria a Lonato dal 1850 e Cesare Allegri Fotografo a Brescia dal 1851.

Oltre alle sei ultracentenarie, altri trentacinque associati con attività media continuata di sessantacinque anni;

il dato è particolarmente significativo se rapportato al periodo post bellico, dove l’intrapresa soprattutto artigianale era stata decimata, ma ancor di più se correlato ai dati del XXI secolo dove la vita media delle imprese è di circa tredici anni.

 

ELEZIONI DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE DELL’ARTIGIANATO E DELLA CASSA MUTUA.

DISDETTA DELL’ADESIONE ALLA C.N.A.

 

Il 1957 segnerà un traguardo importante per la Categoria, verrà infatti introdotta a favore delle oltre 620 mila Imprese Artigiane Italiane, di cui 8mila solo a Brescia, la Mutua Artigiana, ovvero l’assistenza mutualistica per gli Artigiani ed i loro familiari, che prevederà l’Assistenza Ospedaliera, quella Sanitaria Specialistica sia Diagnostica che Curativa e  l’Assistenza Ostetrica.

Il contributo annuo obbligatorio sarà fissato in  Lire 1000 per ogni Artigiano e sempre Lire 1000 per ogni familiare a carico.

Con l’introduzione del nuovo Ente Assistenziale terminerà l’esperienza della M.A.B. Mutua Artigiana Bresciana  dell’Associazione Artigiani, attiva sin dal Gennaio 1953, che garantiva  agli iscritti le prestazioni di visite  Ambulatoriali e a Domicilio.

Nella seconda metà degli anni ’50 non cessano, anzi si intensificano le contrapposizioni all’interno della Giunta dell’Associazione, dove le divisioni tra la componente anti comunista, peraltro minoritaria (due componenti  su sette), cerca di contrastare e annullare senza riuscirci l’adesione alla C.N.A.

Saranno i risultati delle Elezioni per i rappresentanti in seno alla Commissione Provinciale dell’Artigianato e al Consiglio della Cassa Mutua Provinciale tenutesi nel luglio e nell’agosto del 1957 che segneranno la definitiva rottura all’interno della dirigenza dell’Associazione.

La prima tornata delle Elezioni di «Primo Grado» vedrà prevalere nettamente i Delegati dell’Unione sia per la Commissione Provinciale 172 contro i 74 dell’Associazione, che per la Cassa Mutua 197 contro 57 dell’Associazione.

Nonostante la superiorità numerica dei Candidati eletti dall’Unione il «Notiziario Artigiano» dell’Associazione intitolerà «Strepitosa Vittoria nelle Elezioni della città: Associazione Artigiani 47 seggi Unione Artigiani  1 seggio», senza evidenziare il risultato complessivo delle elezioni.

Sarà l’Elezione di «Secondo Grado» svoltasi due settimane dopo, quella che determinerà la devastante sconfitta dei candidati dell’Associazione e dove l’Unione, che con una campagna impostata sul «chi vota per Via Della Posta vota Comunista», conquisterà sia la maggioranza che la minoranza dei Consiglieri della C.P.A. e della Cassa Mutua.

Dopo le elezioni di agosto, il clima, già teso da tempo all’interno della Giunta sarà sempre più pesante e gli attacchi reciproci per la sconfitta subita arriveranno sino alle pagine del Notiziario dell’Associazione documentando, nelle parole del Presidente Marco Zanoletti, tutta la crudezza dello scontro: «Le elezioni di agosto ci furono avverse, non bastò infatti ai signori comunisti la lezione, ed ebbero la faccia tosta di accusare pubblicamente la Giunta Esecutiva (nella quale essi avevano la maggioranza) della mancata organizzazione e della scarsa preparazione alle elezioni». Il riferimento alla «lezione» è relativo alle elezioni comunali in città dell’anno precedente dove il P.C.I. subì una pesante sconfitta con solo il 15,00% dei consensi, mentre la D.C. raggiungeva con il 46,24% delle preferenze il suo massimo storico.

A sua volta Marco Zanoletti veniva accusato di « fare anch’egli politica, contrapponendosi ai colleghi solo per motivi politici come testimoniano le circolari elettorali portanti il suo nominativo nei candidati Social-Democratici».

Il 23 novembre sempre del 1957 il Vice Presidente Ermete Varischi convocherà una Giunta nella quale verrà deliberata la revoca del mandato al Presidente.

Per tutta risposta Zanoletti riunirà il Consiglio Provinciale dell’8 Dicembre dello stesso anno dove, nonostante le diffide inviate dal Vice Presidente tese ad invalidare la riunione, verranno eletti i nuovi amministratori e verranno espulsi i quattro membri di Giunta Ermete Varischi, Giovanni Bonomi, Fausto Muchetti e Giuseppe Valseriati «per atti politici e danni morali e materiali nei confronti dell’Associazione Artigiani».

Gli espulsi saranno accusati nello specifico di «essere gli ispiratori di una lettera inviata dal P.C.I. Partito Comunista alla vigilia delle elezioni della C.P.A. e della Cassa Mutua intestata al nome dell’Associazione suscitando lo sdegno della grande maggioranza dei candidati».

L’atto finale sarà nell’Assemblea Straordinaria del 13 Aprile 1958, «dove le animate discussioni terminano con il deciso intervento delle Autorità di Pubblica Sicurezza» in cui verrà ratificata con 561 voti a favore, 273 contrari l’espulsione dei quattro ex membri di Giunta e deliberata la definitiva disdetta di adesione alla C.N.A., il cui costo annuo era di  Lire  700ML.

 

VITA ASSOCIATIVA

 

Nel Luglio del 1958 alla presenza del Sindaco di Edolo Alessandro Morino e oltre trecento artigiani, si svolgerà il 1° Congresso Artigiano della Valle Camonica nel quale il Presidente Marco Zanoletti oltre all’ennesimo richiamo alla «unificazione di tutti gli artigiani della provincia» non mancherà di denunciare «come non sia concepibile che ancora nelle nostre vallate, ricche di produzione di energia elettrica esistano delle località anche numericamente abbastanza popolate, dove l’attività artigiana rappresenta l’unica possibilità di vita, che si trovano tutt’ora sprovviste di forza motrice».

«Gli artigiani della Valle sono costretti ad eseguire i lavori manualmente o obbligati ad azionare le macchine con motori a scoppio con oneri del carburante necessario e alti costi di manutenzione e quindi non essere in grado di avere una produzione minima che dia la possibilità di vivere, giacché l’acqua che in origine era fonte di energia è stata derivata dalle imprese idroelettriche».

E ancora «E’ giusto che in queste nostre zone di produzione, sfruttate nel loro unico patrimonio che è quello idrico, la forza motrice sia fornita a prezzi di gran lunga superiori a quelli praticati alla grande industria operante anche alla distanza di centinaia di kilometri? ».

Il resoconto della Manifestazione sarà l’occasione di un durissimo attacco alla Voce del Popolo che a detta dell’Associazione non avrebbe dato il giusto resoconto del Convegno «il giornale che dovrebbe essere il giornale della verità e della pace poiché entra in quelle famiglie perbene sotto la veste di fede, lealtà e coraggio, ha pubblicato un concentrato di stupidità, meschinità e menzogne, scritte sotto dettatura di qualche tira piede che si pavoneggia al carro bardato a festa dei nostri giorni, ma che Edolo non l’ha neppure visto in cartolina ».

Il 1° Gennaio 1959 entra in vigore la Legge per la Pensione di Invalidità e Vecchiaia agli Artigiani, con uno stanziamento da parte dello Stato di oltre 9 Miliardi di Lire e un contributo da parte degli artigiani di Lire 600 mensili per ciascun assicurato.

Inizialmente chi si trovò nella condizione di compire i 65 anni nel 1959 versando dodici mensilità per complessive Lire 7200 acquisì automaticamente il diritto alla pensione minima di Lire 5000 mensili per tredici mensilità.

In buona sostanza 150mila artigiani pensionabili, pur con qualche carenza, come il non riconoscimento degli anni di guerra e di prigionia, ottennero il diritto all’entrata in vigore della Norma alla pensione Minima di Lire 65mila annue con un costo per lo Stato di oltre 9 Miliardi di Lire.

Sebbene con un iniziale cospicuo stanziamento da parte del Governo, i conti del trattamento previdenziale degli artigiani avrebbero visto, negli anni successivi, un saldo attivo. Infatti già nel 1962 visto l’attivo della Cassa Gestione Speciale degli Artigiani il Consiglio dei Ministri delibererà l’aumento della Pensione minima raddoppiandola a Lire 10.000 mensili.

Nel Maggio del 1960 alla presenza di oltre 500 Artigiani si terrà il Convegno Artigiano di Salò, gli onori di casa saranno affidati al Sindaco nonché illustre cittadino Vittorio Pirlo e il sempre presente alle manifestazioni dell’Associazione il Sindaco di Edolo Alessandro Morino che nel 1963 sarà eletto Senatore per PSDI.

Sarà questa l’occasione per ripercorrere dal dopo guerra, sia conquiste importanti come la Legge sul Credito Artigiano, con la nascita della Cassa per il Credito alle Imprese Artigiane poi  Artigiancassa nel 1947, la Cassa Mutua del 1957, la Pensione Artigiana del 1959, oltre che problemi irrisolti e oggetto di precise richieste al Governo come la necessità di revisione dell’ Imposta di Ricchezza Mobile Complementare i dei Dazi,  il riconoscimento giuridico dell’Avviamento Aziendale, in particolare nei casi di mancato rinnovo dei contratti di locazione ai conduttori Artigiani.

Nel resoconto della giornata scriverà il Notiziario Artigiano «Ancora una volta gli artigiani di Via Della Posta hanno dimostrato a increduli e apatici, quanto sia viva la fiamma della fratellanza che gli unisce agli ideali di libertà e di attaccamento alla Associazione». E ancora «per ogni strada al passare di gruppi vocianti e sorridenti, i salodiani rispondevano con lo stesso sorriso di sempre perché ogni artigiano si distingueva per quel distintivo che l’Organizzazione aveva provveduto a distribuire all’arrivo come segno di distinzione e riconoscimento, e nessuno si preoccupava d’altro che riconoscere in quel segno un collega un amico , che, come lui, veniva da lontano, con lo stesso spirito e per lo stesso scopo! »

L’on. Egidio Ariosto e il sen. Alessandro Morino entrambi del PSDI saranno i politici di riferimento dell’Associazione Artigiani negli anni a guida Marco Zanoletti. Saranno sempre loro a proporre ed ottenere per il Presidente dell’Associazione l’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica. Il sen. Morino sarà poi nominato Presidente Onorario dell’Associazione.

 

 

 

GLI ANNI SESSANTA

 

La contrapposizione tra le forze del lavoro rappresentate da operai e artigiani da una parte e capitale dall’altra, sono sempre più accese, e il contrasto quasi tormentoso nei confronti degli industriali diviene spesso conflitto ideologico come appare  nelle pagine del mensile dell’Associazione riguardo alla crisi dei tessili ed ai costi del filato e della lana, che a detta degli artigiani sono ingiustificatamente alti e che «potrebbero essere ridotti insieme a qualche panfilo, qualche Cadillac, qualche villa suntuosa e magari qualche mecenatismo di quelli che servono più a fare chiasso che a compensare merito e bisogno».

Così come la questione dell’apprendistato, già allora argomento di conflitto con l’Industria, delinea il percorso lavorativo al quale nella metà del secolo scorso gran parte dei giovani veniva impegnato. Scrive infatti L’Artigiano Bresciano: « Nella quasi totalità delle Botteghe Artigiane vengono convogliate le nuove leve di lavoro che appena terminate le elementari, per ragioni economiche, non possono proseguire gli studi desiderose di apprendere un’Arte. Con la mente vergine, ristretta, impreparata, l’apprendista viene assunto dall’Artigiano. Trascorrono i primi giorni, mesi e anni di pazienti insegnamenti impartiti quotidianamente da questo singolare datore di lavoro, senza contare il materiale e il lavoro perduto per sbagli incompetenza e irrequietezza del giovane lavoratore; ecco, che giunto il giorno della sua specializzazione, si presentano le industrie, che con offerte allettanti di maggiori salari, strappano a suon di quattrini il lavoratore costato tanti sacrifici soffocando così le piccole Botteghe» .

 

Sono anni in cui la politica Bresciana annovera giovani esponenti che segneranno il futuro della città oltre a quello del Paese; dai Democristiani Basisti della cosiddetta “sinistra degli Avvocati” Ciso Gitti, Mino Martinazzoli e Pietro Padula, i “centristi” Giacomo Mazzoli, Mario Pedini, Gianni Prandini, al Socialdemocratico Egidio Ariosto e al Socialista Guido Alberini.

Sono di quel periodo innumerevoli iniziative volte alla modernizzazione della Città: le Tangenziali, il Centro Annonario di Via Orzinuovi, i Ponti sul Fiume Mella, l’Autostazione SIA sino al parcheggio interrato di Piazza Vittoria.

Tornando all’Associazione il 12 Marzo del 1961 il rinnovo dei Rappresentanti della Commissione Provinciale per l’Artigianato e la Cassa Mutua vedrà ancora una volta prevalere i candidati dell’Unione rispetto a quelli dell’Associazione che non riuscirà a eleggere nessun rappresentante nella Cassa Mutua e solo quattro Consiglieri su venti nella C.P.A.

Amaro e al tempo stesso onesto, sarà il commento del Presidente Marco Zanoletti «Le Elezioni non hanno avuto per noi esito favorevole, forse abbiamo sbagliato l’impostazione della nostra propaganda, ma eravamo fiduciosi che almeno la lista di minoranza avesse un posto libero in seno al Consiglio di Amministrazione. Ma si vede che la nostra presenza non è troppo gradita per tanti motivi !»

La necessità di ammodernare impianti e macchinari nonché laboratori si scontrava nel dopo guerra, in particolare per le piccole realtà artigianali, con la difficoltà di accesso al credito dove, come denunciava il Notiziario Artigiano «Malgrado la solvibilità e la puntualità dell’Artigiano, note ai competenti come elementi ormai consolidati dalla tradizione, la garanzia resta il punto più dolente. Il sistema bancario non si scosta dalle sue ferree leggi per le quali le garanzie offerte devono coprire da tre a cinque volte le somme richieste, benché le perdite finora accertate in tutta l’attività creditizia verso gli artigiani abbiano attinto valori insignificanti (qualcosa come lo 0,9 per mille) e l’onorata firma dell’artigiano è stata ritenuta valida solo per il 2,26% delle somme concesse a credito».

Nel Dicembre del 1961 il “Notiziario Artigiano”ovvero l’Organo Ufficiale dell’Associazione Artigiani di Brescia e Provincia diviene come tutt’oggi “ l’Artigiano Bresciano.

Dopo anni di istanze da parte del mondo Artigiano, nel Febbraio del 1963 viene emanata la Legge che estende l’Assistenza Sanitaria anche agli Artigiani titolari di Pensione, sarà questo un traguardo importante per la Categoria alla quale verrà riconosciuto il diritto all’Assistenza alla pari dei Lavoratori dipendenti.

Sempre il 1963 vede l’Associazione in prima fila nell’attività di sostegno e di solidarietà delle vittime del disastro del Vajont. Verranno, infatti, raccolti da Via Della Posta in favore degli Artigiani bellunesi 150ML Lire.

 

 

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