SMALTIMENTO, LA STRADA E’ FERRATA ottobre 2007

Utilizzare la Brescia-Iseo-Edolo per il trasporto degli scarti al termoutilizzatore

In attesa di avviare la discussione del quarto modulo del Piano rifiuti, l’assessore provinciale all’Ambiente Enrico Mattinzoli mette sul piatto la sua proposta, quella di far salire entro il 2016 i rifiuti in… carrozza. Un progetto dal sapore antico.

Scelto come soluzione per decongestionare il traffico su gomma, oltre che come nuova frontiera dello smaltimento. Sfruttando le linee delle Ferrovie Nord e stringendo accordi con le aziende, come Cogeme o Garda Uno, che operano sul territorio. Un progetto che sembra incontrare un certo favore, dimostrato dall’interessamento manifestato dalla società bresciana Omb.

L’idea nasce dall’effetto sul traffico del transito dei mezzi pesanti diretti al termoutilizzatore. I dati 2006 di palazzo Broletto parlano di 130mila ingressi. Un volume difficile da assorbire. La Provincia avrebbe pensato di suddividere il territorio il Aree omogenee, distinte in base alla produzione di rifiuti. Saranno queste Aree a dover presentare progetti di fattibilità con le date di attuazione del passaggio dei trasporti da gomma a rotaia.

Una volta studiata la disponibilità di massima di Ferrovie Nord e dei Gestori, sono state individuate quattro possibili stazioni di smistamento, cui i rifiuti andrebbero conferiti prima del trasporto al termoutilizzatore. Sono gli scali di Lonato, Verolanuova, Civitade-Malegno e Rovato. Snodi strategici scelti in base alle necessità logistiche e al grado di accessibilità. C’è poi lo scalo di San Zeno Naviglio, da cui (in attesa di costruire il collegamento con il termoutilizzatore) i rifiuti potrebbero essere trasportati su gomma all’impianto cittadino. A queste stazioni i Comuni afferenti convoglieranno i propri rifiuti. Niente manodopera specializzata poi per il carico e scarico: basterà l’autista dell’automezzo.

Questi convogli, che viaggerebbero la notte, rappresentano una delle voci di spesa da affrontare. Servirebbero infatti carrozze appositamente attrezzate così come camion particolari per il trasporto che, nello specifico, verrebbe così razionalizzato: viaggio di andata e ritorno compiuto dall’automezzo per collegarsi fino allo scalo di partenza, seguito dal percorso fino all’impianto di termovalorizzazione. I costi di adeguamento potrebbero non essere irrisori, ma questa opzione non sembra per ora scoraggiare i soggetti che potrebbero essere coinvolti.

Per ora la Provincia non ha definito uno specifico piano industriale che quantifichi le risorse necessarie per una simile operazione. Sembra però che, una volta allestito, il trasporto ferroviario arriverebbe a costare poco di più rispetto a quello attuale, con vantaggi quali il contenimento della circolazione dei mezzi pesanti (col conseguente abbattimento delle emissioni). Per non parlare di un miglioramento nella gestione dei rifiuti, anche in situazioni di emergenza. Sarebbe inoltre l’occasione buona per rilanciare il trasporto su rotaia. La sfida è dunque lanciata.

GLI AUSPICI DELL’ASSESSORE MATTINZOLI «UN SISTEMA AUTOSUFFICIENTE»

Un sistema in grado di finanziarsi da solo. I cui punti cardine siano frutto «della collaborazione con tutta la popolazione della provincia». Ora che il Piano rifiuti si avvicina al quarto step, l’assessore Mattinzoli vede materializzarsi alcune delle sue più importanti convinzioni, a cominciare dalla concezione «aperta» di tutto il lavoro.

«La complessità del tema – spiega lo stesso Enrico Mattinzoli – ci posto di fronte all’esigenza di non escludere nessun contributo. Per questo i tre moduli del Piano rifiuti già illustrati sono disponibili in Rete, idealmente al vaglio di tutti». Il principio è piuttosto semplice. «Noi abbiamo tracciato un possibile scenario per il recupero e lo smaltimento dei rifiuti. Non è un progetto statico, impossibile da integrare o migliorare. Restiamo convinti della bontà del lavoro svolto ma siamo aperti ai suggerimenti».

A non cambiare sono gli obiettivi, ovvero «raggiungere il 65% di raccolta differenziata entro il 2016 e diminuire la produzione di rifiuti». In questo senso va letto il secco no opposto alla richiesta della Regione di individuare aree compatibili con la creazione di nuove discariche. «Non capisco a cosa serva visto che l’intenzione è diminuire la produzione di rifiuti».

La scommessa è creare una filiera virtuosa in cui il denaro prodotto dallo smaltimento venga reinvestito nella tutela ambientale e nelle nuove frontiere del riciclo. «Uno dei punti chiave è il conferimento al termoutilizzatore ed i costi connessi. Si potrebbe ad esempio favorire le Amministrazioni che rientrano nei parametri stabiliti alleggerendoli di tale spesa, a patto che sperimentino la raccolta porta a porta dell’umido».

(GdB – ramp.)

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