RIFIUTI, IL «TIMORE» DI MATTINZOLI: TRE MESI SENZA TERMOUTILIZZATORE settembre 2008

Fogliata (Pd) esprime «apprezzamento» per il lavoro di Mattinzoli. Possibile manutenzione sulle linee 1 e 2; l’assessore: «Solo per quel periodo si usi la terza»

Usare la 3° linea per smaltire i rifiuti urbani solo ed esclusivamente (avverbi ripetuti e scanditi ben bene) quando le prime due linee sono in manutenzione.

E’ questa l’idea dell’assessore all’Ambiente Enrico Mattinzoli, rilanciata durante la Commissione provinciale sul Piano Rifiuti del Broletto. Come si sa la terza linea è destinata a bruciare esclusivamente biomasse. Ora però potrebbe essere in arrivo una manutenzione “pesante” per le prime due linee: non le semplici cure che ogni anno, per 15 giorni, vengono effettuate d’estate, gestibili dall’impianto stesso o al massimo ricorrendo alla mutua solidarietà con Milano. Si tratterebbe di una revisione completa – da effettuare ogni 8 o 10 anni. E i tempi sono quelli. «Siamo preoccupati dal possibile fermo delle prime due linee del termoutilizzatore» ammette Mattinzoli. «Si tratterebbe di uno stop di almeno tre mesi. Vale a dire qualcosa come 110 mila tonnellate di rifiuti urbani da ricollocare.

In Lombardia non ci sono impianti che le possono accettare. Dovremmo conferirle tutte in discarica, ma non c’è spazio. Quello residuo a Montichiari, unica discarica di piano, è di solo 200mila metri cubi». Ecco quindi l’idea di «usare la terza linea solo ed esclusivamente nei momenti di necessità, quando le linee 1 e 2 sono ferme», evitando di seppellire i rifiuti sottoterra. «Questa è la mia proposta – precisa l’assessore Mattinzoli – il dibattito è aperto».

Una proposta non casuale, va detto. Perchè uno dei fiori all’occhiello del piano “redatto in proprio” dal Broletto è proprio lo stop a nuove discariche. Ovvero, la messa in campo di azioni virtuose che, da qui al 2016 (questo l’arco temporale del piano) consentano una gestione dei rifiuti che elimini la necessità di bucare il territorio per ficcarvi la spazzatura. Per far questo l’assessorato di via Milano punta su due strade: abbattere il quantitativo di rifiuti prodotti e potenziare il recupero dei materiali.

In pratica una diminuzione del 10% dei rifiuti urbani accumulati da ciascun bresciano (così da scendere a 534 Kg/ab anno) anche grazie ad accordi con la grande distribuzione per eliminare gli imballaggi; e un raddoppio della percentuale di raccolta differenziata, dal 34,64% del 2007 al 70%, risultato ottenibile solo con l’introduzione del porta a porta.

Ma il “grosso” del lavoro bisognerà farlo sui rifiuti inerti e sugli speciali: oltre 3 milioni di tonnellate all’anno di rocce, materiali da costruzione, scorie d’acciaieria, terre di fonderia che rappresentano l’80% dei rifiuti bresciani che finiscono in discarica. «Per azzerare le discariche – spiega Mattinzoli – l’unica strada è recuperare questi materiali, non considerandoli rifiuti ma materia prima». Ovvero usandoli nei sottofondi stradali, al posto della ghiaia così da evitare sia il conferimento in discarica sia la necessità di scavare nuove cave bucando il territorio. «Sono tecniche già utilizzate in Paesi come la Svezia», spiega l’assessore. Le “scorie” andranno certificate sia dal punto di vista ambientale che strutturale secondo un percorso già avviato con il Ministero.

«Apprezzamento» per il lavoro di Mattinzoli è stato espresso ieri da Carlo Fogliata, uno dei due capigruppo del Pd in Broletto. «Nelle sue linee generali (riduzione dei rifiuti e recupero dei materiali) ci pare un buon piano». Giudizio positivo anche sul riutilizzo delle scorie nei sottofondi e sull’uso della terza linea nei periodi di manutenzione. Il Piano, approvato in giunta a metà luglio, è ora in attesa delle osservazioni (da presentare entro il 15 settembre) che verranno discusse da lunedì. Poi entro il 30 ottobre, il passaggio in consiglio e quindi l’approvazione definitiva della Regione.

(IL BRESCIA – Davide Bacca)

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