AUMENTA IL CARICO FISCALE (VTPset) giugno 2012

Non è questo il modo per uscire dalla crisi!

«La tassazione è in continua crescita – evidenzia Enrico Mattinzoli, Presidente dell’Associazione Artigiani – e, in mancanza di provvedimenti per lo sviluppo che tardano ad arrivare, l’unica ricetta utilizzata è aumentare ancora il prelievo fiscale e contributivo».

 

Gli artigiani, colpiti dalle ristrettezze e difficoltà che hanno costellato il 2011, stanno vivendo ancora in questi mesi del 2012 momenti pesanti. E ai problemi, non indifferenti del mercato, si aggiungono maggiori carichi fiscali e diversi provvedimenti emanati per fronteggiare la crisi economica che, oltre a determinare un’impennata della pressione fiscale, hanno altresì incrementato in modo rilevante gli adempimenti a carico delle imprese.

Ma, se è vero che per la crescita non esistono scorciatoie, è altrettanto vero che un cammino di sviluppo deve essere intrapreso, presto e soprattutto in modo tangibile. Ad esempio allentando la morsa delle banche, facendo in modo da consentire l’accesso al credito da parte delle imprese. La liquidità è fondamentale per il mercato, come il ridare credito e ossigeno all’economia.

Serve che vengano sbloccati pure i crediti che le imprese vantano nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni, anche attraverso la compensazione dei debiti tributari con i crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione. Va ridotto il carico fiscale sul lavoro e sulle imprese.

La riforma fiscale è una delle condizioni per il rilancio della capacità competitiva delle imprese, la migliore cura per ridurre il cuneo fra la retribuzione netta e il costo del lavoro. Il potere d’acquisto ai lavoratori e alle famiglie va restituito,  non depresso con ulteriori aumenti dell’Iva. Occorre che si investa in opere pubbliche, ma c’è bisogno anche che gli obiettivi, i primi traguardi di questi provvedimenti, siano davvero immediati e condivisi.

Gli artigiani, le Pmi, le microimprese e le realtà familiari non possono aspettare oltre. L’eccesso di carico fiscale complessivo è ormai insopportabile al punto da rendere non più conveniente il fare impresa e quindi costringere a ‘smettere’. Anche nei primi mesi di quest’anno, come nel 2011, sono più le aziende che cessano la loro attività rispetto a quelle che iniziano. Se le imprese si fermano, delocalizzano, o chiudono chi sosterrà i costi dello Stato e le sue strutture, diciamo, tra un anno?”.

Back to Top