PIANO CAVE, «LA FRASSONI NON HA TUTTI I TORTI» luglio 2006

Mattinzoli: «Superiamo il Via, ragioniamo sulla valutazione ambientale strategica»
L’altro ieri la notizia che la commissione europea all’Ambiente – incalzata da una interrogazione della europarlamentare bresciana Monica Frassoni (Verdi) – intende aprire una indagine sul piano cave della Regione Lombardia, approvato senza l’obbligo di rilasciare per ogni Ate (ambito territoriale estrattivo) la relativa Valutazione di Impatto Ambientale.

Oggi il commento dell’assessore provinciale all’Ambiente e alle Attività Estrattive Enrico Mattinzoli: «La Frassoni non ha tutti i torti nel ritenere necessaria la valutazione di impatto ambientale per il piano cave della regione Lombardia e della provincia di Brescia. Anzi, sarebbe ora di andare oltre le singole via: è giunto il momento di rilasciare le Vas, le valutazioni ambientali strategiche, fatte sull’intero territorio con un ragionamento d’insieme, valutando i diversi effetti domino delle sorgenti inquinanti».

Mattinzoli ammette di avere già avuto con il Pirellone qualche piccolo screzio in materia di norme estrattive. «Tutto nasce dalla ormai famosa delibera regionale del marzo 1999 – spiega Mattinzoli – che dichiarava non necessaria la procedura di verifica di compatibilità ambientale là dove esisteva già un piano cave con le relative revisioni. Nella redazione del piano cave della Provincia di Brescia del 2002 (che ha ampliato quello del decennio precedente) e approvato nel 2004, La Regione aveva fatto gli studi di approfondimento, anche se non corrispondono ad una vera e propria Valutazione di impatto ambientale.

In sostanza il Pirellone ha decretato che là dove esisteva già un ambito territoriale estrattivo, con relativi studi geologici, non erano necessari altri approfondimenti». Una norma claudicante. Infatti nell’ultimo piano cave (che prevede l’estrazione di un totale di 70milioni di metri cubi di sabbia e ghiaia) sono diverse (a partire dalla cascina Bettoni di Montirone) le cave che verrebbero scavate ex novo.

«Noi della Provincia abbiamo scritto alla Regione qualche mese fa e abbiamo chiesto un chiarimento in materia. Io non sono molto amato dai cavatori – chiude l’assessore – ma è anche nel loro interesse avere tutte le carte in regola per avere una autorizzazione che non potrà essere contestata in futuro. I temi sollevati sono ancora oggetto di discussione dell’avvocatura regionale».

(BSOGGI – p.gor.)

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