L’URLO DI DOLORE DELLE IMPRESE «SI RISCHIA UN ANNO DI BLACKOUT» (BSOggi – G. Armanini) ottobre 2012

Timore diffuso delle organizzazioni imprenditoriali bresciane per i progetti avviati

Dai finanziamenti ai bandi alla pianificazione di Expo 2015, in allarme artigiani, imprese e commercio:«Si va verso un vuoto preoccupante»

Il rischio è un anno di black out. Ritardo di progetti in fase di realizzazione (formazione professionale in primis), assegnazione di bandi e graduatorie, mancato decollo di nuove idee. A conti fatti – se si pensa che solitamente le elezioni fermano per 3 mesi prima e 3 mesi dopo il sistema regionale di bandi e assegnazione di fondi – la Lombardia, con una situazione giudiziaria in continua evoluzione e quindi con una incertezza ancor più marcata, rischia uno stallo di fatto fino al dopo estate 2013.

Anche per questo – pur con diverse sfumature – i presidenti delle organizzazioni imprenditoriali bresciane, sentiti da Bresciaoggi per tastare il polso sulla situazione economica alla luce degli sviluppi politici, non possono che esprimere tutte le loro preoccupazioni. Anche con un cordiale e del tutto comprensibile «no comment» come ha preferito il presidente Aib Giancarlo Dallera.

La Lombardia vale il 29% dell´export nazionale, e può contare su una piattaforma di 850 mila imprese. La retorica sulla locomotiva e la necessità di internazionalizzare il sistema si spreca, da tempo, ma Francesco Bettoni (presidente della Camera di commercio di Brescia) la contestualizza alla situazione attuale e spiega: «Siamo molto preoccupati perchè sicuramente tutta questa vicenda fermerà tutto, quasi un periodo sabbatico in un momento che richiederebbe una regione dinamica in grado di portare le imprese all´estero, pronta a raccogliere le nuove sfide». Cosa servirebbe?

Di diverso avviso invece Enrico Mattinzoli (presidente di Associazione Artigiani) che a prescindere dalle preoccupazioni («Il momento è sotto gli occhi di tutti. Di tutto abbiamo bisogno meno che di confusione. L´attività amministrativa continua fino ad un certo punto, senza guida politica si rallenta aspettando chi arriva dopo», dice) sposta l´attenzione su una evoluzione del sistema di rappresentanza delle imprese: «pensiamo ad unificare le forze, altrimenti verremo travolti dalle nostre ambizioni. Se esistiamo per dare un servizio sempre migliore qualcuno deve dirmi perchè a Brescia ci sono così tante realtà e perchè queste non si uniscono. Facciamo anche autocritica oltre a puntare il dito contro la politica. Sono pronto a dimettermi domani mattina se c´è un progetto per il quale si uniscono le forze».

Sul fronte del commercio Alessio Merigo (Confesercenti) è quello che vede al momento i rischi minori: «Siamo molto impegnati nel Duc – racconta -: si è esaurita la fase di finanziamento e mi risulta che stiano partendo altri finanziamenti. In questo momento non serve allarmismo. Un dato interessante sul quale eravamo impegnati era il sostegno ai Confidi e anche qui nessun problema al momento». Qualcuno, tra l´altro, fa notare che stante la situazione mancheranno anche quei bandi con il retrogusto di favore elettorale che in passato fioccavano in tempo di elezioni.

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