L’ASSESSORE MATTINZOLI: ANALIZZATI 1.800 CAMPIONI DI TERRENO ottobre 2005

Il controllo della Provincia sugli interventi
«Qui, in questo che ora chiamiamo il Comparto Milano è racchiusa una parte importante della storia industriale della città che ha avuto un peso decisivo anche per la sua storia economica. Ora, grazie agli interventi di bonifica in corso, possiamo restituirlo alla città».

«Una volta non c’erano le conoscenze sui materiali che abbiamo ora, la tecnologia ci aiuta ad essere più attenti all’ambiente e a risanarlo dove è necessario». L’Assessore Provinciale Enrico Mattinzoli è convinto che, sul fronte delle bonifiche, sia stata imboccata la strada giusta. Il suo Assessorato si sta occupando di 200 interventi per i quali si sa chi deve farsene carico economicamente: «Non rilasciamo autorizzazioni senza fidejussioni garantite e anche in caso di rinnovo, vogliamo essere rassicurati».

Per il Comparto Milano, Mattinzoli e i suoi collaboratori hanno il compito di approvare i progetti, di sorvegliarne l’esecuzione e di rilasciare la certificazione di avvenuta bonifica. Poichè si tratta di un’operazione di rilevanza nazionale, ogni fase deve avere l’approvazione ministeriale, anzi di più Ministeri, cosa che comporta qualche problema quando si devono apportare modifiche al piano preventivato, soprattutto per i tempi.

«Dobbiamo continuare ad andare e venire da Roma con l’obbligo di chiedere il parere favorevole a tre Ministeri (Ambiente, Beni Culturali e Sanità) anche se la variante al piano di intervento è migliorativa: ad esempio, quando si scava più in profondità per risanare il terreno. Ora il Ministro Matteoli ha annunciato una novità importante: una volta presentata la documentazione, sarà possibile avere il decreto che convalida la modifica richiesta entro 15 giorni senza aspettare i 7-8 mesi che fino ad oggi erano necessari per la firma anche dei suoi colleghi».

Per avere un’idea di come si procede, basti dire che fino ad ora sono stati prelevati 1.800 campioni di terreno, ciascuno contenuto in tre diversi vasi di vetro. Un campione resta in archivio, uno viene analizzato dalla società proprietaria dell’area e uno è sottoposto alle verifiche congiunte da parte del laboratorio dell’Arpa e della società. «L’esperienza che abbiamo acquisito è preziosa – conclude Mattinzoli – per affrontare i casi più diversi con la necessaria competenza».

(GdB – g.p.)

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