IL “POTERE DEL TIMBRO” UCCIDE L’IMPRESA (E. Mattinzoli) febbraio 2013

La burocrazia italiana è diventata una sorta di oligarchia che, attraverso il “linguaggio della complicazione” trasforma un servizio dovuto, nell’esercizio di un potere, quello “del timbro”, che si insinua nei vuoti della politica fino a sostituirsi ad essa.

La burocrazia italiana è diventata oramai, una concentrazione di potere che si contraddistingue dall’assenza di iniziativa, scarsa disponibilità a mutare le procedure, limitazione delle prestazioni al minimo richiesto e la mancanza di risposte alle esigenze dell’utenza.

Una sorta di oligarchia che, attraverso il “linguaggio della complicazione” trasforma un servizio dovuto, nell’esercizio di un potere, quello “del timbro”, che si insinua nei vuoti della politica fino a sostituirsi ad essa.

Tempi di definizione delle controverse giudiziarie, assunzione del personale, trasferimento degli immobili, tempi di attesa per il rilascio di concessioni e autorizzazioni, hanno trasformato la burocrazia da strumento ad ostacolo allo sviluppo.

I burocrati, quindi, sempre più autocrati al servizio della loro sopravvivenza, più che al servizio di quello Stato che li genera e li alimenta. Come pensare, perciò, ad un Paese efficiente, se produzione e lavoro sopportano il peso dell’inefficienza di un ceto medievale ?

Impiegati, funzionari e dirigenti dello Stato debbono essere inseriti in un processo meritocratico che consenta di selezionare e al tempo stesso premiare, ma, soprattutto, escludere dalle cariche di vertice persone inadeguate.

Ma come valutare adeguatezza e merito? Si potrebbe, ad esempio, pensare di sperimentare, sulla traccia del Federalismo, i “tempi standard” applicati ai tempi di rilascio delle autorizzazioni, al numero,qualità e modalità di risposta delle richieste del cittadino di Enti e Pubbliche Amministrazioni.

 

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