IL BRESCIANO ENRICO MATTINZOLI PREMIATO DALLE 150 AZIENDE PIU’ IMPORTANTI DEL PAESE PER IL SUO IMPEGNO NELLA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE agosto 2005

Presso la Sala Meili di Spazio Eventi a Milano, la cerimonia di premiazione “premio INDICAM”
Il riconoscimento viene conferito a persone e/o enti che si sono particolarmente distinti nell’attività di contrasto/repressione della contraffazione e che abbiano contribuito alla conoscenza del fenomeno e della sua pericolosità.

Fiat, Ferrari, Barilla, Danone, Adidas, Armani, Dolce&Gabbana, Gucci, Heineken, Martini&Rossi, Nestle’, Luxottica, Piaggio, Pirelli, Trussardi, Valentino. Alla presenza del Sottosegretario di Stato all’Economia, On. Manlio Contento, sono stati premiati per l’attività svolta nell’anno 2004: Cinzia Bricca dell’Ufficio Centrale di Staff Antifrode di Roma; il Ten. Col. Guido Zelano del Comando Generale della Guardia di Finanza di Roma; Francesca Folda giornalista di Panorama di Milano; Enrico Mattinzoli, attualmente Assessore Provinciale all’Ambiente, per l’intensa campagna di comunicazione diretta ai consumatori, volta a scoraggiare l’acquisto di prodotti contraffatti, promossa nel 2004 come Assessore alle Attività Produttive.

Dell’attività svolta ne ha parlato, tra gli altri, IL SOLE-24 ORE, ricordando l’intenso lavoro di Mattinzoli nelle località di vacanza quali, Desenzano del Garda, dove il fenomeno della vendita di prodotti contraffatti è stata definitivamente bloccata.

L’Assessore Enrico Mattinzoli, sulla base dei dati emersi, ha evidenziato come il fenomeno della contraffazione commerciale determini gravi danni all’economia italiana e quindi anche a quella bresciana.

Il dovere di portare a conoscenza della cittadinanza provinciale l’estrema negatività del fenomeno della contraffazione commerciale sull’indotto economico bresciano, ha spinto l’Assessore Enrico Mattinzoli a promuovere una campagna promozionale contro la contraffazione mediante l’affissione di manifesti nelle località turistiche del Garda e del Lago d’Iseo, dove i fenomeni sono maggiormente diffusi e altresì mediante la stampa di locandine e dépliant informativi da distribuire da distribuire nelle diverse attività commerciali coinvolte.

La campagna sulla contraffazione, come ben rappresentato graficamente dal materiale realizzato sulla riproduzione di borse, orologi, abbigliamento di marca e prodotti musicali, ha visto una prima uscita nel periodo 10-15 gennaio 2004 ed è stata riproposta una seconda volta successivamente dal 17 febbraio al 02 marzo 2004.

L’invasione sul mercato di falsi e contraffazioni non è più accettabile. I fabbricanti di falsi approfittano degli investimenti compiuti dall’industria legittima nella ricerca e nello sviluppo di nuovi prodotti e nella pubblicità. Non pagano imposte e contributi sociali, danneggiano quindi le finanze dello Stato.

Queste attività comportano inoltre gravi rischi per la salute dell’uomo; basterebbe pensare al danno della salute provocato dai coloranti “vietati” nella contraffazione dei tessuti e delle pelletterie, oltre alle pericolosissime contraffazioni di pezzi di ricambio per automobili.

Tra i primi, e cioè i danni diretti, si possono ricordare:

  • i danni finanziari derivanti dal recupero ritardato degli investimenti effettuati su volumi previsti e non realizzati per colpa della contraffazione, che possono significare l’impossibilità per un’impresa di effettuare nuovi investimenti di ricerca;

  • la perdita di quote di mercato a beneficio di concorrenti e contraffattori;

  • la perdita di prestigio e di immagine, danno difficilmente valutabile ma di grande rilevanza, soprattutto nei settori in cui maggiore è il valore aggiunto legato al marchio.

I danni indiretti sono invece da ricollegarsi a:

  • investimenti in comunicazione sostenute con lo specifico intento di difendersi dai falsi, informando i consumatori delle caratteristiche rilevanti dei propri prodotti;

  • onere di deposito dei marchi, disegni e modelli in paesi di scarso interesse commerciale solo al fine di prevenire il deposito del proprio marchio da parte di un terzo;

  • spese di sorveglianza dei mercati per l’individuazione dei contraffattori e per l’adozione di soluzioni tecnologiche di sicurezza per la salvaguardia dei propri prodotti;

  • spese legali di difesa;

  • sfruttamento di soggetti deboli, assoldati attraverso il racket del lavoro nero, con evasioni contributive e senza coperture assicurative;

  • i danni alle finanze dello Stato conseguenti all’evasione dell’IVA e delle imposte sui redditi, nonché alla SIAE per la mancata riscossione dei diritti d’autore;

  • l’alterazione del funzionamento del mercato, a causa di una concorrenza sleale basata sui minori costi di produzione;

  • il reinvestimento degli ingenti profitti ricavati in attività delittuose altrettanto proficue (armi, droga, speculazioni edilizie) da parte delle organizzazioni malavitose.

  • L’abusivismo commerciale è direttamente collegato all’immigrazione clandestina. Secondo recenti studi, gli operatori commerciali abusivi sarebbero circa 400.000, con un giro d’affari annuo in 18 miliardi di Euro. Un giro d’affari colossale, che spazia dall’abbigliamento, alla pelletteria, dagli accessori ai profumi, dalle videocassette ai CD, ai software e persino ai prodotti alimentari, cosmetici e farmaceutici.

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