FUSIONE FRA BANCHE, MATRIMONIO PERFETTO (BresciaOggi- M. Venturi)

«La razionalizzazione dei costi e l’aggregazione da sole non bastano – ha commentato Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione artigiani della provincia di Brescia -. Sono le persone, e la loro gestione degli istituti di credito, che fanno la differenza».

L’autoriforma darà maggiore forza alle Banche di credito cooperativo. Della piccola ma radicale rivoluzione del mondo gli istituti di credito si è discusso in occasione della Festa del socio. Il vortice del cambiamento investirà le Bcc nelle prossime settimane, chiamate a rafforzarsi per esser competitive sul mercato.

Dodici anni fa il movimento cooperativo italiano aveva immaginato di istituire un Fondo di garanzia istituzionale, che avrebbe dovuto essere l’ombrello per possibili default. Anche noi ci opponemmo, ma fu un errore», ha sottolineato il direttore generale della Bcc di Pompiano e Franciacorta, Luigi Mensi, salutando con favore la possibilità per le Bcc di potersi riformare da sole: “Sarà l’occasione per dimostrare che il credito ooperativo ha la sua ragione di esistere”.

Massimo Muchetti, nella duplice veste di parlamentare del Partito Democratico e presidente della Commissione industria del Senato, ha ribadito la propria convinzione della necessità di avere un’unica banca capogruppo, che «accentrerà alcune funzioni e sorveglierà sulla trasparenza e su alcuni parametri economici: le banche di credito virtuose continueranno ad essere sostanzialmente autonome, le altre verranno portate sulla retta via dalle stesse consorelle. Con più istituti capogruppo si perderebbe forza: dobbiamo creare la migliore articolazione possibile per salvaguardare il mondo del credito cooperativo». Secondo Muchetti, se oggi le Bcc italiane hanno un patrimonio netto aggregato di circa 20 miliardi, con il nuovo assetto si potrà raccoglierne di più, aprendosi (fino al 49 per cento del capitale) ai capitali privati, ai fondi di investimento e ai fondi pensione.

«Per il sistema delle Banche di Credito cooperativo ci sono le premesse per un salto di qualità dai risvolti molto positivi, ma la razionalizzazione dei costi e l’aggregazione da sole non bastano – ha commentato Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione artigiani della provincia di Brescia -. Sono le persone, e la loro gestione degli istituti di credito, che fanno la differenza. Serve anche maggiore professionalità in alcune banche cooperative, che sappiano valutare i progetti delle aziende e non solo la loro capacità di restituire il denaro prestato. Le banche di credito cooperativo per la loro specificità possono entrare in una fetta di mercato che non interessa alle grosse banche: i piccoli finanziamenti a volte per i grandi gruppi bancari sono un costo».

 

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