EMERGENZA IDRICA DA RISOLVERE ottobre 2006

L’Assessore all’Ambiente, Ecologia, Attività Estrattive ed Energia, Enrico Mattinzoli interviene a Roma
«La problematica – ha ribadito con forza Mattinzoli – non può essere affrontata solo in condizioni di emergenza, ma deve essere pianificata e risolta».

«E se da un lato deve continuare l’azione di sensibilizzazione su un uso più consapevole e razionale della risorsa, dall’altro occorre accompagnare con adeguati strumenti normativi e finanziari un’evoluzione necessaria verso un sistema complessivo di utilizzazione dell’acqua diverso dall’attuale, che ne elimini gli sprechi e tenga conto del valore intrinseco dell’acqua attribuendone il giusto costo.

L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Brescia sta conducendo un’indagine conoscitiva sugli usi delle acque, che sta portando all’identificazione puntuale dei prelievi di acqua superficiale e sotterranea e alla valutazione dell’incidenza delle portate di concessione in atto sul deflusso dei corpi idrici e sulla capacità di ricarica delle falde acquifere.

Il fine è evidentemente quello di verificare la sostenibilità di ulteriori prelievi emergenti nelle nuove domande di concessione, ma anche di valutare la possibile rimodulazione delle concessioni con adeguati programmi di risparmio della risorsa idrica.

Accanto a questo, il ruolo della Provincia, quale soggetto coordinatore, nell’ambito della riorganizzazione del servizio idrico integrato, in attuazione della Legge Galli, ha reso possibile un’azione sinergica nella realizzazione degli interventi non solo in campo acquedottistico, ma anche nel settore fognario-depurativo, razionalizzando l’impiego dei finanziamenti pubblici disponibili.

Come è noto tuttavia le competenze provinciali in materia di usi delle acque non consentono oggi alle Province di inquadrare totalmente i temi e le problematiche in esame, ma ritengo costituiscano una preziosa fonte informativa e un arricchimento in sede di valutazione delle soluzioni possibili.

Da qui l’esigenza che i tavoli istituzionali di coordinamento creati per il monitoraggio degli usi, per la condivisione dei risultati e per l’applicazione delle misure, vedano coinvolte anche le Province e direi pure le Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale.

Accanto a questa richiesta – ha continuato Mattinzoli – sentiamo di condividere e di sostenere ogni attività conoscitiva e applicativa funzionale alla risoluzione delle emergenze idriche, siano queste indirizzate al risparmio della risorsa, per esempio impiegando differenti tecniche di adacquamento agricolo, differenziando le colture e privilegiando a parità di resa quelle meno idroesigenti, o ancora regolamentando gli attingimenti e razionalizzandone l’impiego ottimizzando il ruolo dei Consorzi di Bonifica, ovvero alla conservazione e all’uso di acqua, verificando la possibilità di creare aree di accumulo e sostenendo interventi di recupero e distribuzione delle acque reflue in uscita dagli impianti di depurazione».

Proprio su questo ultimo punto, Mattinzoli ha richiamato l’attenzione della Commissione del Senato sugli interventi infrastrutturali che la Provincia, di concerto con la AATO, ha individuato sul suo territorio e trasmesso alla Regione Lombardia perchè concorressero alla definizione del Programma Nazionale degli interventi nel settore idrico in via di predisposizione da parte del Ministero dell’Ambiente.

Finanziamenti quanto mai necessari per consentire all’AATO di portare a compimento numerose opere inserite nel Piano d’Ambito e cofinanziate con i ricavi di tariffa nello stesso Piano previsti e che interessano le aree lacustri, come noto di particolare sensibilità all’inquinamento, direttamente per più di 21 milioni di euro, e indirettamente, attraverso la realizzazione di investimenti per il riutilizzo delle acque reflue, per ulteriori 13 milioni di euro.

«Negli ultimi anni il fenomeno dell’emergenza idrica nei periodi estivi si sta riproponendo con sempre maggiore frequenza – ha illustrato Mattinzoli – coinvolgendo a diverso titolo ed effetto le attività che ruotano attorno all’utilizzo della risorsa idrica e manifestando sempre più apertamente la necessità di superare l’adozione di provvedimenti provvisori e di misure tampone e di affrontare in maniera sistematica e programmatica tale fenomeno, individuando le modalità per garantire un’azione concertata degli Enti locali e delle Autorità competenti e il giusto contemperamento dei diversi interessi in gioco.

Nell’area del Lago di Garda – ha continuato Mattinzoli – gli effetti della carenza idrica risultano amplificati in ragione della forte vocazione turistica dei luoghi, producendo disagi per la maggiore richiesta di approvvigionamento idropotabile e per l’esigenza di garantire l’idoneità delle acque per la balneazione. Ma non si può dimenticare l’attuale fabbisogno idrico richiesto dal comparto agricolo a valle del Lago e più in generale lo sfruttamento degli invasi dei laghi alpini per le esigenze produttive, particolarmente per la produzione di energia elettrica.

Vi sono interessi legittimi che vanno necessariamente tenuti in debito conto, ma al tempo stesso vanno chiaramente individuate e attivamente privilegiate le priorità d’uso delle acque».

(AreaBlu)

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