DISCARICHE, SFIDA PROVINCIALE maggio 2007

L’assessore Mattinzoli sta realizzando il Piano rifiuti, che evidenzia anche i siti da bonificare

E’ un Piano rifiuti «fatto in casa» quello che l’assessore all’Ambiente della Provincia, Enrico Mattinzoli, sta preparando da due anni e che sarà pronto a settembre.

Fatto in casa nel senso che per redigerlo è stata fatta la scelta di sfruttare le professionalità interne all’ente, senza ricorrere invece a consulenze esterne. Si è trattato di un lavoro lungo e meticoloso, che è partito dalla raccolta di tutti i dati a disposizione per arrivare a scattare una fotografia della situazione esistente, sia per quanto riguarda gli impianti, autorizzati e non, sia basandosi su una ricerca storica delle discariche esistenti un tempo e poi coperte.

Dal censimento si è passati quindi alla mappatura dell’intero territorio provinciale, suddiviso in 32 aree diverse. Una mole di lavoro che è stata poi inserita sul sito della Provincia di Brescia, per rispondere ad uno dei requisiti fondamentali che dovrebbero guidare l’attività di tutte le pubbliche amministrazioni, ovvero la trasparenza. Ecco che quindi il cittadino può, servendosi del proprio computer, venire a conoscenza dello «stato di salute» del territorio in cui vive, delle aree da bonificare, degli impianti esistenti e di tutte le realtà che incidono sul territorio cliccando sul sito www.provincia.brescia.it.

Le altre due parti del Piano provinciale dei rifiuti consistono in due volumi che dedicano rispettivamente l’attenzione ai rifiuti speciali e a quelli urbani, con al tempo stesso delle indicazioni e degli obiettivi per il futuro, come «il contenimento della produzione, la promozione del recupero, la valorizzazione in campo energetico e lo smaltimento in sicurezza».

«Si tratta di un Piano proiettato al 2016 – spiega l’assessore Mattinzoli – in cui si valuta cosa succederà tra nove anni, per poi puntare alla riduzione dei rifiuti, e alla raccolta differenziata, che vorremmo arrivasse al 65% in tutta la provincia». Parallelamente alla raccolta differenziata, fondamentale per l’assessore all’Ambiente è anche un’altra questione: quella dei reflui prodotti dai milioni di animali degli allevamenti che esistono sul territorio. «Non dobbiamo dimenticare che sono stati censiti 28 milioni di polli, 7 milioni tra tacchini, galline ovaiole e galletti, un milione e duecentomila maiali, e poi qualche centinaia di migliaia tra vacche e vitelli».

Oggi i reflui prodotti da questo esercito di bestie vengono smaltiti tramite spandimento sui campi, quindi non valorizzati dal punto di vista energetico, mentre il rischio è quello che si inquinino le falde acquifere sottostanti. «La nostra idea – prosegue Mattinzoli – è quella di investire in 12-14 impianti a Biogas che dalle tonnellate di scarti degli animali d’allevamento riescano a produrre energia». L’assessore punta anche al riutilizzo delle scorie di acciaierie e delle terre di fusione delle fonderie che oggi vanno in discarica. Prendendo spunto dai Paesi nordici l’idea sarebbe quella di utilizzare questi scarti come sottofondo stradale.

Dopo la mappatura di tutto l’esistente, il secondo passo fatto per stendere il Piano è stato quello di individuare le aree non idonee alla collocazione di nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Per fare questo si sono applicati i criteri regionali che non concedono autorizzazioni per discariche in determinate aree o perchè troppo vicine a siti archeologici, o a zone di produzione di alimenti Dop, Doc e così via.

L’assessore vorrebbe aggiungere a questi anche altri parametri prettamente provinciali. «Vorrei poter costruire un indice di idoneità – continua l’assessore – per poter dare le autorizzazioni alle discariche. Un indice frutto di un’analisi multipla, osservando tutto quello che sta attorno all’area individuata per un raggio di qualche chilometro. Dando poi punteggi diversi a seconda che nella società che gestisce l’impresa siano presenti enti pubblici e che sia o meno lasciato alla Provincia uno spazio per allocare rifiuti che eventualmente vengono scoperti in altre zone da bonificare».

Quelle che Enrico Mattinzoli ha formulato sono proposte, presentate al momento solo in commissione, mentre il Piano vero e proprio deve essere approvato dal Consiglio provinciale a settembre.

(GdB – Daniela Zorat)

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