BRESCIA PIU’ VIRTUOSA DEL «SALVA IMPRESE» (GdBrescia – R. Mora) aprile 2013

Il decreto «salva imprese» potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza

Tuona Mattinzoli:«Le imprese hanno chiuso o stanno chiudendo, lo Stato dovrebbe risarcire e reintegrare le aziende  che possano dimostrare di aver chiuso per le inadempienze pubbliche».

Per molti Comuni il problema non sono i pagamenti, ma le risorse bloccate dal patto di stabilità. Il decreto «salva imprese» approvato sabato dal Governo potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza per molte aziende. Ma nel Bresciano non salva le Amministrazioni dal capestro del patto di stabilità che, nella nostra provincia, immobilizza circa 500 milioni di euro. Risorse sottratte agli investimenti. Per questo la manovra che «libera» quasi 40 miliardi dirottandoli sulla copertura dei debiti con le imprese – lambirà solo di striscio capoluogo e Comuni bresciani.

La palla passerà all’Economia, che dovrà autorizzare pagamenti e somme entro il 15 maggio; il 15 settembre, sarà completato il censimento dei debiti scaduti al 31 dicembre 2012. E proprio la  scansione dei tempi rappresenta uno dei bocconi amari per l’Associazione Artigiani di Brescia: «Troppo lunghi – tuona il presidente Enrico Mattinzoli -, ennesima dimostrazione di quanto la burocrazia in Italia pesi e renda difficile la concretizzazione dei provvedimenti». Meglio di niente, certo, «ma l’intervento è fuori tempo massimo: le imprese hanno chiuso o stanno chiudendo». Senza contare che, considerando il decreto come un autoriconoscimento di errore da parte dello Stato, allora «lo stesso Stato dovrebbe risarcire e reintegrare nel sistema le aziende  che siano in grado di dimostrare di aver chiuso per le inadempienze pubbliche».

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