BRESCIA A 220MILA ABITANTI? MATTINZOLI SCHIERA I CONFIDI dicembre 2011

Un fondo di garanzia per l´acquisto della casa «In centro prodotti diversi dai centri commerciali».

Il dato di fondo delle osservazioni al Pgt presentate dall´Associazione Artigiani è che questo sia un Piano che non favorisce artigiani e commercianti. 

Artigiani e commercianti che però non debbono commettere l´errore di accontentarsi di incentivi e aiuti, ma puntare sullo spirito di iniziativa, sull’innovazione e sulla differenziazione dell´offerta per contrastare una grande distribuzione destinata a crescere in una misura giudicata eccessiva.

Inoltre non ha convinto l´associazione l´obiettivo dei 220mila abitanti, a fronte del quale cita il costo degli appartamenti molto più alto che nell´hinterland e l´oggettiva fuga delle coppie giovani (per frenarla propone un fondo di garanzia supportato dai Confidi).

 (BSOggi)

I commercianti hanno margini operativi sempre più ridotti e soffrono la concorrenza dell’offerta commerciale dei Comuni limitrofi, è scritto nelle osservazioni. Dove si ricorda che «Brescia ha il più alto rapporto abitanti-superficie grande distribuzione della Lombardia» eppure il Pgt prevede un´ulteriore incremento di 100 mila mq. di superficie commerciale/terziario. A farne le spese – si legge nel documento – saranno le attività del centro in termini di presenze e vivibilità, con l´ulteriore rischio di vanificare il lavoro fatto dall´attuale amministrazione in termini di rivitalizzazione del Centro. C’è poi la sproporzione rispetto all’attuale situazione di invenduto del settore immobiliare. Come può essere conveniente l´acquisto di abitazioni – si chiede l’Associazione di via Cefalonia – se il prezzo al metro quadro è in città 2,5 volte superiore a quello dei paesi limitrofi? Se anche questo fattore resta invariato – e la previsione nel Piano della Dotazione di qualità aggiuntiva, un onere in più sui costruttori che non abbatterà certo i prezzi, non aiuta certo – la conclusione è che «un aumento dei residenti non è assolutamente ipotizzabile nei prossimi 7/10 anni». Ma se l’orizzonte è un surplus di grande distribuzione e una popolazione residente «bloccata», artigianato e commercio devono comunque saper cogliere la sfida «proponendo alternative di eccellenza e modalità di offerta qualitativamente diverse, non ricercando protezionismo, ma puntando su nuove proposte di filiera consorziate e in un´ottica d´insieme».

La metropolitana potrà aiutare, ma nelle osservazioni c’è un invito a riflettere sul progetto del parcheggio sotto al Castello, «valutando piuttosto le ricadute di un’eventuale intervento alternativo di piattaforme/parcheggi integrati a ridosso della città e in prossimità della metropolitana per merci e automobili».

Più in generale l’organizzazione guidata da Enrico Mattinzoli pensa che il Comune debba diminuire le previsioni di nuova edificabilità ma proseguire nell’opera di restyling delle vie del Centro. In questo senso amminisce a porre un argine al cambio di destinazione in sale giochi o centri massaggi o estetici nel centro storico.

Enrico Mattinzoli sottolinea che sono due gli elementi forti delle osservazioni presentate alla Loggia «che non sono osservazioni nella forma classica, ma spunti di una riflessione che vorremmo si aprisse». Il primo è quello del fondo di garanzia che dovrebbe aiutare le famiglie giovani nel mercato immobiliare, spesso troppo caro. «Il nostro è il terzo Confidi in Italia e ha già sperimentato con i dipendenti iscritti alla associazione un fondo di garanzia, sulla cui falsariga è quello che proponiamo. Si tratta di suddividere il rischio dell’acquisto di una casa tra più soggetti. Il nostro Confidi si accolla il 40 per cento, l’altro l’istituto di credito e il restante 20 un altro ente che potrebbe essere il Comune o il collegio costruttori.

Il rischio della banca nell’erogare i mutui dunque si ridurrebbe di molto. Non tutti i Confidi sono autorizzati, ma per questo pensiamo di presentare una proposta di legge». L’altra questione ricordata da Mattinzoli riguarda l’offerta dei commercianti del centro. «Fermo restando – aggiunge il presidente – che la quota in più di grande distribuzione prevista dal Pgt è eccessiva, occorre che i commercianti del centro storico si indirizzino su prodotti diversi da quelli che si possono trovare nei centri commerciali».

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