AZIENDA SPECIALE PER LA FORMAZIONE dicembre 2003

La Provincia ha unificato la gestione dei Cfp affidandola ad una apposita struttura, intitolata a Zanardelli

L’assessore Enrico Mattinzoli: «Abbiamo scelto l’opzione migliore, quella più efficiente, che ora è consigliata dalla Regione e dal parere per Milano della Bocconi».

Erano centri di formazione professionale, sono divenuti Centri di formazione provinciali, tutti intitolati a Giuseppe Zanardelli, in coincidenza col centenario della morte. Ma la novità non è nominalistica, bensì radicale. La Provincia infatti sta varando l’Azienda speciale che a gennaio gestirà i sette Cfp bresciani.

Ed è proprio questa una partita di non poco conto, dal momento che lo scorso anno la gestione dei Cfp è costata 22 milioni di Euro, più della metà di quanto erogato dalla Regione per i corsi, sia pubblici che privati, ovvero 42 milioni, ai quali si debbono aggiungere i 18 milioni andati a finanziare i corsi nelle aziende. Come dire che la formazione professionale a Brescia vale 60 milioni di Euro all’anno. «Val la pena di ricordare – sottolinea l’assessore Mattinzoli – che a Brescia c’è la più importante realtà pubblica italiana nel campo della formazione professionale; una realtà sinora dispersa, non coordinata, con doppioni e carenze, con evidenti diseconomie, soprattutto negli acquisti e nella gestione del personale».

La soluzione dell’Azienda speciale «che unifica e razionalizza le risorse e le potenzialità disperse», ha sollevato però un vespaio di critiche alle quali Mattinzoli replica molto seccamente: «Tutte le associazioni di categoria hanno firmato un documento di condivisione del progetto; i sindacati, senza esprimersi sulla scelta, hanno rinviato la discussione ai tavoli tecnici e le minoranze in Consiglio mi pare abbiano criticato più la nostra volontà di partire il primo gennaio 2004 che lo strumento in sè».

«Siamo infine convinti che le strutture e le proposte pubbliche in questo settore vadano difese, che la formazione pubblica vada fatta funzionare al meglio e non smantellata, perchè qui non basta la logica dell’utile economico, serve quella della maggiore utilità per tutti e per il futuro della società». 

 

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