AREE IDROMINERALI SOTTO TUTELA luglio 2007

Accordo tra l’assessorato provinciale all’Ecologia presieduto da Mattinzoli e i Comuni che ospitano società termali o aziende di imbottigliamento

Il business dell’imbottigliamento delle acque minerali e dell’utilizzo delle acque termali in provincia di Brescia vale oltre 300 milioni di euro.

In undici comuni, dalla Valcamonica al Garda, undici aziende mettono a segno profitti d’oro pagando all’ente Provincia 5,16 centesimi per ogni litro di acqua imbottigliata e poche migliaia di euro per l’utilizzo del suolo occupato: nel complesso 12 mila ettari. Ai comuni non va nemmeno un euro. Per questo l’assessorato provinciale all’Ambiente ha pensato di adottare un «principio di compensazione» unico in Lombardia: il milione e 100mila euro annui di tasse raccolte dagli imbottigliatori verranno investiti nei comuni dove operano le rispettive società, per migliorare il sistema fognario, le reti acquedottistiche e la sicurezza di torrenti.

Ad illustrare il piano di finanziamenti dei nove progetti è stato l’assessore provinciale all’Ambiente Enrico Mattinzoli: «A differenza delle altre province lombarde abbiamo deciso che le tasse pagate alla Provincia dalle società termali e di imbottigliamento vadano investite direttamente sul territorio sul quale operano. Privilegiando i comuni più piccoli, soprattutto quelli montani».

Si tratta di tutelare i bacini di alimentazione delle risorse idrominerali, allontanando il più possibile le condutture delle acque reflue dalle preziose falde e sistemando alvei ed argini di ruscelli e torrenti soggetti ad esondazione. Tempi e modi del finanziamento sono stati stabiliti da un protocollo d’intesa siglato nel 2003 con la Regione, lo stesso ente che stabilisce l’entità degli oneri di concessione per le società.

Ecco allora che ad Ome (dove è presente la società termale Antica Fonte) andranno 200mila euro: la metà dei finanziamenti necessari alla realizzazione di un parco pubblico intorno alla sorgente e per la sistemazione del torrente Martignago. A Vallio Terme verrà estesa la fognatura nelle frazioni di Sonvico, Sopranico e nell’altipiano del monte Ere: località vicine alla fonte Castello e alla fonte Vito (stanziati quasi 190mila euro); a Nuvolera verrà riqualificata l’area dell’Antica Fonte (52mila euro), a Ponte di Legno si realizzerà acquedotto e fognature in località Sant’Appollonia (200mila euro di contributi). E ancora: a Salò andranno 200mila euro per acquedotto e fognature (nelle vicinanze della fonte Tavina), altri 100mila andranno a Sirmione (località termale) per il taglio dei canneti e la pulizia superficiale delle acque,mentre 175mila euro finiranno al comune di Bagolino per il progetto di realizzazione della fognatura bianca e nera a servizio della località Selva Forno e parco Pineta.

Degli undici comuni che ospitano attività termali e di imbottigliamento soltanto due non otterranno un soldo di finanziamento: Angolo Terme e Darfo. Il perchè? Non hanno avanzato alcun progetto di valorizzazione e tutela dei loro bacini idrominerali, nonostante i ripetuti input inviati dalla Provincia. Quando si parla di occasione persa…

L’assessore all’Ambiente ha previsto un’altra forma di tutela per le aree provinciali a vocazione turistica e con la presenza di bacini idrominerali: nel piano provinciale rifiuti di prossima approvazione, in queste arre sarà assolutamente vietato aprire discariche, concedere autorizzazioni al trattamento di rifiuti ma anche lo spandimento dei liquami zootecnici sui terreni agricoli. Le concessioni per l’imbottigliamento delle acque minerali e l’utilizzo delle acque termali sono tutte in mano ai privati. «Ma la Provincia – sostiene l’assessore all’Ambiente Enrico Mattinzoli -sarebbe disposta ad aiutare quei comuni che volessero tentare di gestire queste attività redditizie. Sarebbe una ghiotta opportunità sopratutto per i piccoli comuni montani».

(BSOGGI – Pietro Gorlani)

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