STORIA DELL’ASSOCIAZIONE ARTIGIANI XXVIII (E.Mattinzoli)

Settanta anni! Tanti ne sono passati dal quel 16 giugno 1945 quando Cesare Pancari incisore, Luigi Bellini pittore imbiancatore, Luigi De Santis sarto, Ernesto Delpani costruttore bambole, Lorenzo Salodini grafico, Paolo Baldo arredatore, Stefano Zanolini nichelatore, Guido Allegrini parrucchiere, Giulio Manenti idraulico, Marco Zanoletti falegname, Battista Bellometti pittore e il dr. Italo Ramorino, nello studio del Notaio Arminio Belpietro costituirono l’Associazione Artigiani di Brescia e Provincia.

Per i festeggiamenti della fondazione dal 20 al 25 ottobre del 2015 a Brescia viene insediato il Villaggio dei Mestieri in Piazza. Sei giorni partecipati e vissuti dai bresciani in un’ondata di entusiasmo che ha contagiato e gratificato gli oltre 200 artigiani che si sono alternati in piazza Paolo VI. Scopo della celebrazione è stato quello di “metter in piazza” una Fucina dell’Artigianato Artistico facendo emergere l’aura contenuta in quell’esperienza profonda e stratificata di saperi che si deposita nel prodotto artigianale e che nulla ha a che fare, nel pane se ne ha l’evidenza, con le produzioni standardizzate e massificate.

Brescia Piazza Paolo VI. Giuseppe e Dante Bonometti Maestri del Ferro Battuto

Fiore all’occhiello della manifestazione il Laboratorio di Panificazione curato dal Sindacato Panificatori con l’immancabile sapiente regia di Paolo Carrera e Francesco Mensi, con la cornice della Scuola del Marmo curata dalla Scuola delle Arti Rodolfo Vantini di Rezzato, la Tipografia a cura dell’Atab Associazione Tipografi dell’Associazione, il Corso di Formazione per Alimentaristi, il Seminario di Restauro e Conservazione dei Beni Culturali a cura del Maestro Leonardo Gatti, e dell’Arch. Giuseppe Lorenzini, il Convegno sul tema dei Contributi e Agevolazioni alle Imprese Artigiane a cura della BCC Pompiano Franciacorta, i Laboratori Scolastici, il Laboratorio della Scuola di Acconciatura Galab, la dimostrazione della Stampa 3D e l’innovazione del Drone e ancora la Lavorazione del Ferro, con i Maestri Giuseppe e Dante Bonometti, del Legno e Pelle e infine il laboratorio del Consorzio Pasticceri.

 

Nell’ultima riunione di Giunta convocata da Enrico Mattinzoli il 25.11.2015, il Presidente ringrazia i colleghi e in particolare il Vice Presidente Alberto Vidali con il quale ha iniziato questa esperienza nell’ormai lontano 1991. Alberto Vidali nel ripercorrere i vari passaggi di questi ventiquattro anni insieme ricorda quanto l’Associazione sia cresciuta negli anni della presidenza di Enrico Mattinzoli.

Il Presidente ha voluto, prima di congedarsi, condividere con i Colleghi della Giunta alcune considerazioni – allegate e messe agli atti – su quelle che a suo parere, dovranno essere le Linee Programmatiche del Futuro Associativo.

 

 Il FUTURO ASSOCIATIVO: RAFFORZARE LA RAPPRESENTATIVITÀ

 

Dalla fine degli anni 80 del secolo scorso si è assistito a un progressivo indebolimento della rappresentanza e al tempo stesso rappresentatività delle Organizzazioni di Categoria.

Il venir meno del collateralismo dai Partiti Politici che dal dopo guerra e per circa 40 anni ha caratterizzato, tranne qualche rarissimo caso, la maggioranza degli Organismi di Rappresentanza sia dei lavoratori dipendenti che quelli autonomi, ha modificato profondamente le strutture interne delle Organizzazioni oltre che le modalità di adesione alle stesse.

Se dal punto di vista della crescita, una pluralità di rappresentanze è stata sinonimo di competitività e quindi di continua ricerca di miglioramento della qualità e quantità dell’offerta dei servizi, quale mezzo attrattivo, dall’altra l’effetto collateralismo ha visto nella frammentazione la sua più deleteria declinazione. 

Non ultima per importanza, quale probabile causa dell’indebolimento della rappresentatività, è da ricercare nell’evidente declino e impoverimento delle idee di un Paese che non riesce ad esprimere una classe dirigente preparata, non tanto per la carenza di intelligenze, ma per l’ormai comune metodo di rappresentanza, anche politica, che vede il prevalere della conflittualità, il trionfo del banale, rispetto al pensiero e alla programmazione a lungo termine.

Oggi, le mutate condizioni politiche e sociali vedono l’adesione associativa sempre più improntata sui benefici che ne derivano, e la competizione tra Organizzazioni di rappresentanza è e sarà sempre più incentrata sul problem solving, cioè sulla capacità di generare soluzioni a problemi, sostituendo, di fatto, l’approccio ideale con quello pragmatico. L’adesione associativa è oggi, un’aderenza “di scopo”, temporanea, in funzione di una convenienza o necessità immediata, venendo meno la partecipazione idealistica o corporativa del passato.

 

Un’adesione temporalmente quindi sempre più limitata alla risoluzione del problema, (richiesta di finanziamenti, adempimenti normativi non ricorrenti), lo dimostra il fatto che il 15% degli associati non fidelizzato attraverso servizi continuativi, spesso non rinnova l’adesione.

In sostanza, rafforzare l’identità sociale di persone che condividono uno stesso pensiero e percorso d’impresa e la trasmissione di solidarietà tra associati, intesa come scambio di esperienze, è e può essere la nuova frontiera dell’associazionismo da affiancare all’offerta di servizi.

L’Associazione Artigiani dovrà continuare, nel processo di rafforzamento in atto, intensificando il legame di “vita associativa” a specifici progetti di settore/categoria tali da far coincidere il momento formativo a quello di crescita del gruppo di interesse, con il potenziamento dei servizi in termini di accessibilità, comunicazione delle funzioni, affidabilità, professionalità e tempestività delle risposte, ma soprattutto proponendo al Legislatore Regionale e Nazionale elementi di supporto nell’elaborazione delle Norme.

70° Associazione Artigiani – Mestieri in Piazza – Ottobre 2015

Tale prospettiva presuppone un rafforzamento delle sinergie tra Organizzazioni di Categoria, solo all’apparenza disomogenee tra loro (Artigiani, Commercianti, Piccola Industria) in un processo inclusivo, tendente ad accorpare ed esaltare le rispettive eccellenze, con il duplice scopo di attuare economie di scala, eliminando sovrapposizioni e inefficienze, offrendo servizi sempre più qualificati e specializzati, ma soprattutto rendendo l’Organizzazione più autorevole e rappresentativa, in grado di incidere nelle scelte della politica attraverso programmi e progetti a  lungo termine.

Tutto ciò si renderà attuabile, tanto quanto le varie dirigenze associative presenti sul territorio sapranno essere lungimiranti nel privilegiare l’Interesse Comune di Categoria, oltre che sociale, a quello particolare individualistico.

Rappresentare un’Associazione significa conoscerla, ovvero comprendere gli associati in termini di esigenze, umori, aspettative e idealità, legittimandone al tempo stesso la loro azione all’interno della società realizzando una linea politico-strategica lungimirante che sappia coniugare efficienza associativa e senso di appartenenza, inteso come reale partecipazione di ogni associato alle scelte dell’Organizzazione nel sapersi adattare ai mutamenti della società.

Non solo azione di lobbying quindi, nei confronti della politica e della società, ma azione strategica e propositiva che sappia vedere attraverso un arco temporale più ampio di sviluppo la crescita economico sociale del territorio; di conseguenza, saper guardare al futuro, evitando di porre l’attenzione all’albero singolo piuttosto che all’intera foresta, superando illogici quanto insensati personalismi oramai fuori tempo.

Spesso, in particolare negli ultimi anni, l’inadeguatezza della classe politica ha portato il Sistema Economico del Paese a sostituirsi alla politica stessa, occupando spazi cosiddetti di non pertinenza.

E se da un lato si può intravvedere un’illegittima ingerenza, oltre che una contraddizione in termini di “mission”, è altrettanto evidente che le imprese, l’economia, quindi il futuro del Paese, non possono permettersi di essere in balia di una crescente inidoneità di politici improvvisati.

Brescia Piazza Paolo VI – Festa Associazione Artigiani – Premiazioni soci storici

La nostra azione dovrà essere in grado di dare rappresentanza anche ai non associati che, attraverso le nostre azioni, possano identificarsi nei nostri principi ideali e culturali. Già alcune storiche Organizzazioni a Brescia iniziano a sentire l’insostenibile peso di una “rappresentanza senza rappresentati” che, grazie a un sistema oscuro quanto inconsapevole di prelievo delle quote associative, riuscirà a sopravvivere sino a quando qualche Tribunale – la storia l’ha già fatto – non ne decreterà la fine. La nostra Associazione già negli ultimi anni e in vista di un progetto federativo, ha saputo sacrificare spazi (non ruoli) al fine di abbassare la conflittualità, tracciando la strada di un cammino sicuramente non facile ma certamente necessario, pena la definitiva evanescenza della rappresentatività del lavoro autonomo.

La società contemporanea ci ha assuefatto e, al tempo stesso, abituato alla mediocrità e al disimpegno, accompagnato al declino dell’uomo pubblico, che fa crescere un’apatia dei cittadini verso la politica.

L’ambiziosa sfida, dunque, è quella del “dovere” di ognuno di noi nell’invertire la tendenza, guidando la nostra Nazione, attraverso le nuove generazioni, verso un rinnovato Rinascimento. 

                                                                                              

 

AD MAIORA !

 

 Forse, quando Lino Poisa mi coinvolse la prima volta nel lontano 1975 e successivamente nelle sue molteplici iniziative, anche al di fuori dell’ambito associativo, aveva già previsto tutto.

Sono stati 24 anni intensi di attività, dalle prime riunioni in provincia, cercando di “rubare” la maestria dell’eloquio del Direttore poi amico Lino, agli scontri, a volte aspri, durante i due avvicendamenti della direzione.

Non è stato difficile in questi anni di presidenza sviluppare progetti e realizzare sogni, con persone che lo stesso Poisa aveva portato giovanissimi nell’Organizzazione e che con lui sono cresciuti e con me “invecchiati”.

E’ a Paolo Gerardini, Paolo e Gabriele Carrera, Francesco Gabrielli e Pilade Martinetti, che va il mio primo grazie a nome degli Artigiani.

Non posso dimenticare i colleghi della prima ora: l’ex Presidente Ing. Mario Albini, Lino Lumini, Norberto Ghisi, Egidio Ramazzini, Giuseppe Losio, Silvano Gozio, Paola Tognoli e quelli che con me ancora condividono questa esperienza come Alberto Vidali e Bortolo Agliardi, oltre a tanti altri che, nella Giunta Esecutiva, nel Consiglio Provinciale, nelle società partecipate, negli Enti e in altri organismi, hanno lavorato e lavorano nel rappresentare, per conto dell’Associazione Artigiani, la Categoria.

So bene che in alcuni casi ho prevaricato competenze e ruoli, sia della Giunta, del Consiglio e della Direzione, e me ne scuso, ma spesso, le decisioni vanno prese interpretando in anticipo le esigenze dell’Organizzazione, intervenendo senza indugi con risposte adeguate quanto tempestive.

Anche per questo ringrazio tutti coloro che con me hanno condiviso e partecipato ad azioni e scelte delle quali già oggi, ma ancora più in futuro, auspico, potremo apprezzarne i risultati.

Lascio un’Associazione forte, autorevole non solo per le azioni intraprese e per i risultati ottenuti, ma per la coerenza, la lealtà con la quale esprime il suo ruolo, sempre rispettosa nel considerare e coniugare le politiche dell’Artigianato agli interessi più generali della collettività.

Brescia Piazza Paolo VI – Festa Associazione Artigiani – In Piazza con Noi

Non di meno, l’impegno finanziario degli investimenti immobiliari della Nuova Sede e degli Uffici Periferici, che hanno da un lato accresciuto in questi 24 anni il patrimonio dell’Associazione consegnatomi dal mio predecessore l’ing. Mario Albini, di ben sei volte portandolo a 24mln di Euro, con il solo fine di qualificare il suo radicamento sul territorio e renderla più  forte nell’autonomia delle scelte oltre ad offrire spazi più funzionali all’attività associativa.

Tutti risultati ottenuti grazie ad una grande squadra di donne e uomini che in questi anni si sono avvicendati sia alla Direzione che nella Giunta Esecutiva.

Infine come non ricordare avvenimenti e persone che per sempre rimarranno impresse nella Storia associativa; dall’impegno profuso e alla sofferenza condivisa con tante aziende artigiane del nostro territorio nei fallimenti Franchi Armi, Baribbi, Italcase, alla solidarietà dimostrata dagli Artigiani dell’Associazione nell’Alluvione del Piemonte del 1994, la Tragedia di Bovezzo nel 2000, il Terremoto di Salò nel 2004 e l’Alluvione di Vicenza del 2010.

Il lavoro svolto a fianco di Beppe Nava in un’altra delle innumerevoli e geniali “invenzioni” di Lino Poisa che è stata la Scuola Bottega.

Il mio pensiero va inoltre ad alcune persone di cui conservo un ricordo particolare: il Prefetto Antonio Di Giovine al quale mi ha legato un’amicizia speciale e il Prefetto Rosanna Cancellieri, due personalità di straordinaria intelligenza e umanità che hanno segnato la storia della nostra provincia, oltre a coloro con i quali ho condiviso parte del mio percorso associativo e ai quali mi lega una profonda stima. I presidenti AIB, Eugenio Bodini e Aldo Bonomi, il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, i presidenti di Confartigianato Andrea Bonetti e di CNA Mimma Ferraboli, “il Direttore dei Direttori” Salvatore D’Erasmo. Ai Sindaci di Brescia Pietro Padula e Paolo Corsini primi cittadini con i quali ho collaborato e dei quali ho apprezzato capacità, saggezza e lungimiranza amministrativa. A Renzo Capra un grande Amministratore nonché Presidente di ASM e A2A poi, con il quale ho lavorato e condiviso da Presidente dell’Associazione e come Assessore Provinciale all’Ambiente la necessità di coniugare gli interessi degli Installatori Artigiani, lo sviluppo della Municipalizzata e le esigenze di tutela e salvaguardia dell’Ambiente. Un amico dal quale ho imparato tanto.

Infine voglio ricordare con particolare affetto i giornalisti ai quali l’Associazione Artigiani deve molto non tanto per lo spazio che hanno saputo e voluto dedicarci, ma per essere sempre stati un riferimento importante: i compianti G. Battista Lanzani e Fulvio Manzoni rispettivamente ex direttori del Giornale di Brescia e di Teletutto.

Ma accanto alle tante soddisfazioni vi è il grande rammarico di non aver potuto concretizzare l’accordo siglato nel 2000 con Andrea Bonetti di Confartigianato e Mimma Ferraboli di CNA, del Grande Progetto di Federazione.

Vi erano al tempo le condizioni e il clima ideale di reciproca fiducia per aprire la strada all’Unificazione della Categoria, partendo da Brescia, con la prospettiva di un progetto di respiro nazionale.

Se allora era una lungimirante visione, oggi e sempre più in futuro, sarà una necessità, pena la definitiva delegittimazione e ininfluente presenza, peraltro da tempo in atto, sia delle Rappresentanze Sindacali che di Categoria.

Tanto vi è ancora da fare, ma sono certo che le basi su cui Marco Zanoletti prima e Lino Poisa successivamente hanno costruito l’Associazione siano solide e stabili per continuare a sostenere le future generazioni di Artigiani.

E come direbbe Lino auguro a tutti voi un caloroso ad maiora!

Enrico Giorgio Mattinzoli

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