SFIDA ALLA CRISI, CINQUE PROPOSTE «PER FAR RIPARTIRE L’ECONOMIA» (BSOggi – A. Dessì) marzo 2013

Rafforzamento Confidi e riduzione tempi per autorizzazioni

L’Associazione Artigiani di Brescia lancia una serie di idee a supporto della ripresa; rafforzamento dei Confidi per rilanciare il mercato della casa e riduzione dei tempi per le autorizzazioni

Nella «disperata» corsa contro il tempo per la ripresa, l’Associazione Artigiani di Brescia mette sul piatto due proposte «concrete e spendibili da subito – dice il presidente, Enrico Mattinzoli – utili a rimettere in moto la macchina economica».

La prima – quella forse più innovativa – ruota intorno a una modifica della legge sui Confidi e del Testo Unico bancario, con due finalità: da un lato l’apertura verso l’esterno (quindi a enti o cittadini che siano) dell’attività di garanzia; dall’altro – in virtù dell’ampliamento a livello di patrimonializzazione del Decreto Salva Italia – la possibilità, per gli stessi soggetti, di partecipare al capitale sociale dei Confidi e divenirne soci che ricevono in cambio un «supporto». In questo modo, spiega Mattinzoli, un istituto di credito che si trovasse a validare un mutuo per l’acquisto di un’abitazione potrebbe «coprirne» solo il 50%, lasciando l’altra metà ai consorzi fidi.

Ma c’è di più: il leader dell’organizzazione di via Cefalonia ipotizza l’entrata in gioco anche del Collegio Costruttori (il presidente Giuliano Campana si sarebbe già detto favorevole); in questo modo il costruttore potrebbe «assumersi» un ulteriore 10% di rischio e questo consentirebbe all’istituto di credito erogante di avallare solo il 40%.

Certo, per rendere attuabile il cambio della normativa (Mattinzoli presenterà a breve la proposta direttamente ai bresciani eletti alla Camera e al Senato) e il meccanismo che ne deriva, sarà necessario reperire nuove risorse per rafforzare i Confidi. Anche per questo l’Associazione Artigiani ha già pronta una soluzione. Quale? «Visto che tutti i parlamentari sembrano concordi sull’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti, la nostra idea è di “girare” i 200 milioni di euro che deriverebbero dalla manovra direttamente ai consorzi fidi», spiega Mattinzoli.

Affiancato dal direttore di Artfidi Lombardia, Francesco Gabrielli, dal vice direttore dell’Associazione Artigiani, Paolo Carrera e da alcuni membri di Giunta, ipotizza la «messa in circolo» di circa 7 miliardi di euro che consentirebbe a livello nazionale di riportare sul mercato 46.000 unità abitative: di queste, prosegue il leader dell’organizzazione, «più o meno un migliaio sarebbero nel bresciano», con evidenti effetti benefici per le imprese, strozzate dall’invenduto, e i cittadini intenzionati a comprare casa ma oggi non riescono a farlo proprio per mancanza di garanzie sufficienti.

La seconda proposta, invece, affronta l’annoso tema dei tempi di rilascio delle autorizzazioni. Per bypassare il lunghissimo iter burocratico che costringe gli incartamenti a giacere nei cassetti per anni, l’Associazione Artigiani punta su una tempistica di 30 giorni per sapere se un intervento può essere realizzato, oltre che su una «forbice» che spazia tra i 30 e i 120 per il rilascio dell’ok vero e proprio. Ma, precisa Enrico Mattinzoli, «con la certezza che oltre il termine fissato scattino tanto il silenzio assenso, quanto specifiche sanzioni nei confronti dei pubblici amministratori e funzionari responsabili di non aver evaso la pratica in un periodo consono».

Ma non è tutto. Accanto alle due priorità, la Giunta esecutiva dell’organizzazione mette sul piatto altri tre suggerimenti: l’allentamento dei vincoli di Basilea 2, il potenziamento dei finanziamenti a fondo perduto per le reti di impresa in funzione dei risultati ottenuti sull’export e – certo non meno attuale – lo sforamamento del Patto di stabilità da parte dei Comuni che hanno accantonato risorse per opere già approvate o cantierizzate.

«È chiaro che se a farlo sono solo 10 enti locali le conseguenze sarebbero molto pesanti, ma se fossero 3.000 su 8000 il quadro cambierebbe. Le imprese riuscirebbero ad incassare un po’ di quello che gli compete e il volano dell’economia si rimetterebbe in moto», conclude Mattinzoli ribadendo che ormai «non è più il tempo di aspettare. Bisogna fare in fretta, altrimenti…».

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