PIANO RIFIUTI, ECCO TUTTE LE NOVITA’ marzo 2007

Mattinzoli in assemblea con i sindaci. Entro il 2016 l’obiettivo è di passare dai 550 ai 450 Kg/anno procapite

Diminuzione della produzione procapite dei rifiuti ma anche dei quantitativi da conferire nelle discariche e all’inceneritore Asm; raddoppio della percentuale di raccolta differenziata; realizzazione di 10 impianti per lo smaltimento di reflui zootecnici.

E ancora: utilizzo delle scorie di fonderia (opportunamente trattate) negli sbancamenti stradali, monitoraggio costante di tutti gli impianti per il trattamento rifiuti, il tutto in un rapporto di costante collaborazione con gli enti pubblici. Questi gli aspetti fondanti del nuovo Piano Provinciale Rifiuti presentato ieri mattina dall’assessorato provinciale all’Ambiente ai 206 comuni bresciani nell’aula magna dell’istituto Tartaglia.

Frutto di un immane lavoro curato dai tecnici dell’assessorato (evitate le costose consulenze esterne) il Ppr (piano provinciale rifiuti) è alla sua fase decisiva: l’ultimazione della Valutazione Ambientale Strategica con la quale si propone di «pesare» l’impatto derivante dalle aziende che smaltiscono rifiuti urbani, speciali e pericolosi ma anche le discariche che dovranno essere autorizzate in futuro. E’ questa la partita più delicata. A fronte di una produzione provinciale annua di 740mila tonnellate di rifiuti urbani e di oltre 1,5 milioni di rifiuti speciali e pericolosi, l’assessorato ha previsto una mappatura dei siti «non idonei» ad ospitare nuove discariche.

Elementi discriminanti all’esclusione di impianti impattanti: una falda freatica molto alta (il caso della Bassa centrale), la presenza di colture di pregio e di beni paesaggistici (leggi Franciacorta ma anche Garda). L’assessore provinciale all’Ambiente Enrico Mattinzoli non si sbilancia sull’indicazione dei siti preposti ad accogliere nuove discariche (l’approvazione spetta di fatto alla Regione) ma di certo in numero di richieste piovute sulla sua scrivania è esagerato. Ben venti, per una capacità di 21,5 milioni di metri cubi: nove per rifiuti inerti per un totale di 6,5 milioni di metri cubi; otto per rifiuti speciali non pericolosi (11,5 milioni di mc) e tre per rifiuti pericolosi (3,7 milioni di mc). Quali tra le venti richieste avanzate verranno approvate? Avranno una maggiore probabilità di ottenere il Via regionale quelle discariche che attualmente dispongono di una capacità residua di smaltimento: ovvero Montichiari e Bedizzole per i rifiuti pericolosi, ancora Montichiari per i rifiuti non pericolosi, Calcinato per i rifiuti inerti (ma con tutta probabilità verranno individuate altre ex cave di sabbia e ghiaia oggi dismesse, a Travagliato o a Rezzato).

Se non è possibile prescindere dall’apertura di nuove discariche per rifiuti inerti e pericolosi, il Piano provinciale Rifiuti (che sarà approvato definitivamente entro giugno) si pone lungimiranti obiettivi, quali il contenimento della produzione dei rifiuti urbani e una più efficace raccolta differenziata.

Lo ha spiegato lo stesso Mattinzoli ai tanti amministratori locali presenti nell’aula magna del Tartaglia, sottolineando con decisione che «Brescia ha saturato la possibilità di vedere non governata la partita rifiuti». Ecco allora che «da qui al 2016 – esordisce l’assessore – dobbiamo diminuire la produzione procapite di rifiuti urbani, dagli attuali 550 kg/anno a 450 kg. Lo dobbiamo fare potenziando la raccolta differenziata, che dovrà raggiungere la media provinciale del 65%. Dovremo valutare l’efficace sistema del “porta a porta”, introdurre capillarmente la raccolta dell’”umido”, potenziare le isole ecologiche, pensare anche a consorzi di Comuni che possano favorire una maggiore capacità di riciclo. Per questo il piano prevede anche l’istituzione dei tre grandi piattaforme ecologiche dove prevedere ad una ulteriore differenziazione dei rifiuti già raccolti».

Diminuire la quantità di rsu è la «conditio sine qua non» per consentire una diminuzione del conferimento di rifiuti al termoutilizzatore Asm (che oggi ne brucia 750mila tonnellate/anno, più di quante ne produce Brescia e Provincia): obiettivo dichiarato di Mattinzoli, che fa riferimento indiretto alla quantità di emissioni nocive immesse nell’aria di Brescia e dei comuni dell’hinterland dal camino blu dell’inceneritore più grande d’Europa.
Il Piano non ha dimenticato di prevedere un monitoraggio costante di tutte le discariche, di tutte le aziende che smaltiscono rifiuti, obiettivo possibile grazie alla georeferenziazione ed alla messa in rete di tutti i siti. Un percorso che coinvolgerà tutti i 206 comuni bresciani in fase di Valutazione Ambientale Strategica hanno ricordato l’ingegner Luca Gubbini (curatore del Piano) e la dottoressa Marialuisa Venuta (Università Cattolica).

(BS OGGI – Pietro Gorlani)

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