PAESAGGIO E AMBIENTE, COSI’ LI DIFENDIAMO novembre 2007

Enrico Mattinzoli traccia un bilancio dei primi due anni di lavoro dell’Assessorato alla tutela del territorio

Una questione di competenze. Trasformatasi in una battaglia a colpi di segnalazioni e dinieghi.

Con l’assessorato all’Ambiente, guidato da Enrico Mattinzoli, che traccia un bilancio positivo dei suoi primi due anni nella «trincea» della difesa del patrimonio paesaggistico bresciano. Sono infatti passati circa 24 mesi da quando, come ricordato dall’assessore Enrico Mattinzoli, «in base a quanto disposto dalla Lr 12, è stata ampliata la delega alla Provincia in materia di paesaggio». Responsabilità che il Broletto ha aggiunto a quelle relative all’attività estrattiva di cava e smaltimento rifiuti, alle opere di sistemazione montana ed altro ancora. Da allora l’impegno è stato intenso, concentrato in gran parte sui tre laghi bresciani.

«Solo a partire dal 2006 – sottolinea Mattinzoli – l’Assessorato ha rilasciato complessivamente circa 650 provvedimenti di autorizzazione paesaggistica, oltre a 50 provvedimenti di diniego. La nostra attività però non si limita a questo, dal momento che comprende anche il fornire indirizzi, in fase di autorizzazione o prescrizione, affinchè sia garantito il miglior inserimento delle opere progettate nel contesto paesaggistico di riferimento».

A livello pratico il lavoro del Broletto «si sviluppa lungo un asse di quasi 150 chilometri, e prevede il coordinamento con le quattro Comunità montane. Per quanto poi concerne le autorizzazioni relative alle aree di demanio lacuale, riguardano i progetti delle opere ricadenti su quelle zone soggette al vincolo paesaggistico, come spiagge, porti. Il tutto sulla base di richieste dei privati così come delle Amministrazioni comunali». Per questo, dietro il «repulisti» attualmente in fase di attuazione sul Garda, Mattinzoli ricorda «il ruolo rivestito dalla Provincia». Provincia capace anche di mettere sul piatto dei no pesanti. «Ad esempio in Valsabbia abbiamo negato il via libera ad una miniera da 2 milioni di mc perchè troppo invasiva».

Soffermandosi sulle forme di tutela delle superfici lacustri, Mattinzoli pone in evidenza «la pulizia degli specchi d’acqua e il mantenimento delle condizioni di qualità attraverso opere di collettamento e depurazione dei reflui». Una partita da oltre un milioni di euro cui si aggiungono gli investimenti per le iniziative di riequilibrio e recupero ambientale (1,3 milioni), la promozione della raccolta differenziata dei rifiuti (1 milione) e i finanziamenti all’attività di acquedotto, fognatura e depurazione (12,550 milioni, 7,3 dei quali per l’impianto di Peschiera).

Ricordando poi come «sul lago si stia lavorando per ampliare i porti ed eliminare ogni realizzazione abusiva», Mattinzoli pone l’accento su uno degli aspetti che più lo preoccupano.

«Il nostro lavoro non basta. E’ vero che possiamo contare sulle segnalazioni delle associazioni ambientaliste, come il gruppo Roverella, ma c’è bisogno di un miglior coordinamento con i Comuni. Un territorio così vasto non può prescindere da una collaborazione a più livelli per essere tutelato in modo adeguato».

(GdB – Rosario Rampulla)

Back to Top