MATTINZOLI, ERETICO ALL’ATTACCO «ORA ADDIO AL BERLUSCONISMO» luglio 2011

E’ tempo di andare oltre il PDL

L’ex assessore provinciale, da due anni ex Pdl: «Meritiamo di più degli Scilipoti e dei Brunetta». Andare oltre il Pdl. Uscire da un bipolarismo armato che divide i simili e rende speculari gli opposti.

Riportare la rappresentanza politica alla dignità perduta. Sono alcune delle aspirazioni di Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani, già assessore provinciale di An e poi del Pdl, oggi membro del Consiglio di sorveglianza di A2A, da due anni ex tesserato Pdl.

Un «eretico» del centrodestra che 8 anni fa, a sorpresa, aderì ad An, che 4 anni fa fece scandalo fra i suoi dichiarando che Corsini era un buon sindaco, che incontrando una delegazione regionale del Pd ha detto recentemente che «in politica non se ne può più degli Scilipoti e dei Brunetta». Uno che, il giorno dei referendum, ha votato tre «sì» e non ha ritirato solo la scheda sul nucleare.
«Come Bettini ha detto che è tempo di andare oltre il Pd – dice Mattinzoli – così credo sia tempo di andare “oltre il Pdl”. Il progetto era ambizioso, difficile: oggi siamo in presenza di una nuova fase. A livello locale non vedo altro riferimento che non sia la Beccalossi. È l’unico soggetto in grado di mettere a freno le varie anime: gelminiani e paroliani, romeliani e nicoliani. C’è un eccessiva conflittualità. Le dico di più: a Milano non ci sarebbe stato l’esito che conosciamo se per il partito ci fosse stata Viviana».

Dopo Milano i referendum, il secondo «schiaffone».
Un segnale di cambiamento. Chi non sa interpretare questo segnale ha finito con la politica. Le appartenenze ideologiche sono finite, lo dimostrano Pisapia e De Magistris. Lo stesso a livello locale.

Ovvero?
Uso un paradosso. Prenda l’Udc Quadrini, Paroli del Pdl, Del Bono e Rebecchi del Pd. Io con queste persone ho lavorato, e bene. Fatico a non immaginare un tavolo dove siedano tutti, uniti sugli obiettivi e disponibili a convergere sulle ricette. Non dico che questa sia una soluzione nell’immediato per vincere: serve però gente credibile. Lo stesso dicasi per la mia esperienza alla presidenza dell’Ato.

A cosa si riferisce?
A sindaci con cui ho collaborato, come l’ex sindaco di Tignale Bonincontri, l’ex sindaco di Salò Cipani e l’attuale sindaco di Gardone Gussago: che differenza c’è, mi chiedo, fra un comunista, un ex dc e un giovane Pd? La gente ormai giudica le persone, la loro credibilità.

Sembra tentato di rifare la Dc o qualcosa che le assomigli…
Oggi i partiti si fondano sul personaggio: i nomi di Berlusconi, Fini e Casini campeggiano fin dal simbolo del partito. Crollato il personaggio, crolla tutto. La Dc, invece, non ha mai avuto un unico leader. La legge elettorale attuale, invece, permette ai partiti di decidere chi viene eletto. Questo succede sia nel centrodestra che nel centrosinistra e, a quanto pare, va bene a tutti. Ma la gente non ha l’anello al naso. De Magistris e Pisapia hanno vinto perchè sono stati votati anche da gente di centrodestra: e la smettano di dire che, chi ha votato così, è un comunista.

Lei rivendica il diritto di spostamento degli elettori, non degli eletti come Razzi e Scilipoti…
L’idea che chi è stato eletto in uno schieramento si sposti nell’altro è inaccettabile. A parte che non vedo tanti Mattei in giro: Tremonti mi sembra un marziano, alcune sue scelte che fatichiamo a comprendere oggi le comprenderemo domani. Nel Pdl, però, quanto a criteri di selezione basati su meritocrazia e capacità, non ci siamo. Io contesto la classe dirigente del Pdl non con fini personali. Dalla politica io mi chiamo fuori. Penso però a tanti giovani amministratori che potrebbero fare bene. Penso ai giovani che frequentano i corsi della Fondazione San Benedetto: lì si sta formando la classe dirigente del futuro.

L’uscita dal berlusconismo è iniziata?
Il berlusconismo ha fatto il suo tempo, non solo per ragioni anagrafiche: immaginare il “dopo” è la cosa più importante. Io mi ostino a immaginare Paroli con Del Bono per sperimentare qualcosa di nuovo che, sono sicuro, avrebbe un premio dagli elettori. Certo, servirebbe una discussione approfondita. Oggi invece la politica è ormai fatta di slogan e di grida. La gente ha punito gli attacchi ai giudici, che nulla avevano a che fare con i temi della città di Milano; ha punito gli attacchi a Vendola.

A proposito di Milano: come va il dualismo con Brescia in A2A?
Una classica battaglia ideologica. Grazie al Termoutilizzatore Brescia paga il servizio di Nettezza urbana la metà del resto d’Italia. Nel servizio idrico abbiamo la penultima tariffa in Italia. Queste sono le cose che stanno a cuore ai cittadini.

Tornando alla politica nazionale…
Sa qual è il guaio dei politici? Che pensano di essere indispensabili. Invece gli italiani meritano qualcosa di più e meglio degli Sciplipoti e dei Brunetta. Non dico il Brunetta che ha fatto il vergognoso attacco ai precari: penso al ministro che non può dire alle imprese di aver fatto innovazione e semplificazione. La gente non crede più alle favole: in questi anni le incombenze sono aumentate e i tempi sono raddoppiati.

E il suo giudizio sulla Loggia?
Alla fine io dò un giudizio positivo dell’esperienza Paroli, che sta tentando con molta fatica di far funzionare i meccanismi. Formigoni la macchina l’ha innovata radicalmente: non sono ciellino, ma dò atto al presidente della Regione di aver creato una giunta di persone capaci di dare risposte. In questo senso, in Loggia, forse una ritoccatina alla giunta andrebbe data.

(BSOGGI – MASSIMO TEDESCHI)

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