MATTINZOLI, 24 ANNI DA LEADER E PROTAGONISTA (BresciaOggi – A. Dessì)

Dopo quasi un quarto di secolo lascia la presidenza dell’Associazione Artigiani

«L’eredità è una realtà che ha accresciuto il suo patrimonio finanziario di ben 6 volte. Il rammarico è di non essere riuscito a costituire la federazione della nostra categoria»

È un saluto accompagnato da tanti ricordi, molte soddisfazioni e qualche rimpianto quello che Enrico Mattinzoli dà all’Associazione Artigiani di Brescia dopo quasi un quarto di secolo di presidenza. Ventiquattro anni che dal 1992 ad oggi (per la precisione sino al prossimo 18 dicembre) lo hanno visto alla guida di una Organizzazione che, dice, «è diventata più forte e autorevole, non solo per le azioni intraprese e i risultati ottenuti, ma anche per la coerenza e la realtà con cui esprime il suo ruolo».

«Lascio una realtà che ha accresciuto di ben 6 volte il suo patrimonio finanziario e immobiliare (oggi di 25 milioni di euro circa) con il solo fine di qualificare il suo radicamento sul territorio» continua il leader uscente di via Cefalonia che non manca di evidenziare anche i numeri di questo radicamento, fatto di ben 16.806 aziende associate e ben 22 uffici dislocati sul territorio provinciale. Ma senza dimenticare «l’addio in serenità e in amicizia» che caratterizza la fine del suo mandato: un «fattore non scontato – aggiunge – come in diverse occasioni si è già avuto occasione di vedere».

Tante le soddisfazioni che hanno costellato il più lungo mandato della storia dell’Associazione Artigiani di Brescia (prima c’erano stati i 19 anni di Marco Zanoletti, i 10 del Cavalier Paolo Baldo e i 12 di Mario Albini, mentre risale al 2007 il cambio di statuto che porta a un massimo di 2 mandati, pari a 8 anni, la carica). In primis quelle dei primi anni di presidenza. «Anni vissuti sempre in giro per il territorio provinciale, animati da un grandissimo entusiasmo e immancabilmente affiancati dal direttore e amico Lino Poisa», racconta Mattinzoli che alla figura di Poisa lega anche un altro importante momento della sua storia associativa: l’intitolazione all’amico e maestro di una via poco distante dalla sede di via Cefalonia. «Il regalo più bello – dice emozionato – che il sindaco Paolo Corsini potesse fare a me, alla famiglia e agli artigiani».

Ma come sempre accade, nel quasi quarto di secolo della sua presidenza Mattinzoli non ha potuto non archiviare anche qualche delusione. Come quella di «non essere riuscito a concretizzare la tanto agognata federazione della categoria per cui lungamente si è speso. Ci siamo andati vicini con Mimma Ferraboli di Cna e Andrea Bonetti di Confartigianato, ma poi il rinnovo delle cariche ha messo tutto a tacere», ricorda. «La più grande debolezza di Brescia è quella di non essere mai riuscita a fare squadra, soccombendo sotto simpatie, personalismi e localismi», continua invitando chi prenderà il suo posto a continuare a battere su questo tasto perché «oggi più che mai è necessario aggregarsi per erogare servizi migliori».

Tra i rammarichi, non poteva mancare anche la Fiera di Brescia. «Fummo gli unici, insieme alla Coldiretti di Franco Ferrari, ad essere contrari all’inizio, e lo fummo anche quando, fortunatamente, venne bocciata l’idea di un secondo padiglione, perchè altrimenti i soldi delle imprese bresciane sperperati sarebbero stati ancora di più» spiega Mattinzoli per il quale le fiere hanno un futuro «solo se gestite da persone che le sanno far funzionare, e non secondo le logiche delle nomine».

Sull’aeroporto, invece, tira corto:«Ha poca importanza da dove si parte, l’importante è che si parta, perché dopo i cargo è probabile che arrivino anche i passeggeri».

Prima di passare la parola al vicepresidente Bortolo Agliardi (in pole per la successione), Mattinzoli rivolge un saluto speciale all’artista-artigiano Beppe Bonometti, maestro del ferro battuto che per lui ha confezionato un oggetto ad hoc. «Attraverso Bonometti e la sua famiglia ringrazio tutti gli artigiani che con passione insegnano il mestiere agli altri, consapevoli che non basta essere bravi, bisogna anche tramandare ciò che si sa», dice.

«Dobbiamo essere grati ad Enrico perchè ci ha insegnato la condivisione, l’onestà e la chiarezza nei rapporti», aggiunge Agliardi per il quale la forza dell’Associazione sta nel non essere un mero erogatore di servizi ma «uno strumento per non far sentire soli gli artigiani innanzi al mercato globale.

Il rinnovo degli organismi dell’Associazione Artigiani di Brescia è fissato il prossimo 18 dicembre. Quel giorno è fissato l’appuntamento nel corso del quale i diciannove delegati di mandamento (sei sono espressi da quello di Brescia)-eletti lunedì scorso dai circa150 delegati comunali-, insieme ai presidenti delle 12 categorie, ai membri di Giunta e al leader uscente eleggeranno, a voto segreto, il nuovo presidente, i due vice presidenti, la Giunta, i revisori dei conti e il Collegio dei probiviri.

 

 

 

 

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