L’INTERVISTA A ENRICO MATTINZOLI: «SUBITO FEDERAZIONE DI IMPRESE O LE ASSOCIAZIONI SPARIRANNO» (GdBrescia – G. Lombardi) giugno 2014

Il presidente di Assoartigiani: «Sia Marco Bonometti a guidarla

Per la Cdc, avanti con Bettoni. Tutta Brescia creda in Nibiru»

Forse serviva un «uomo forte» e ora, con Marco Bonometti alla guida dell’Aib, Brescia potrebbe averlo trovato. Secondo Enrico Mattinzoli (59 anni, presidente dal 1992 dell’Associazione artigiani, realtà che conta 5.163 associati oltre a più di 16.000 imprese che aderiscono al confidi), non c’é più tempo da perdere. La “rottamazione” sembra ormai una moda, ma spesso è una necessità e, senza un’autoriforma che conduca alla costituzione di un’associazione di imprese bresciana, le organizzazioni di categoria provinciali sono destinate a scomparire.

Presidente Mattinzoli, con un’unica realtà non teme che le identità vengano annacquate?

«Prima di tutto io penso ad una federazione di imprese, guidata da un presidente che sia visto dalla politica come il rapresentante del mondo produttivo. Inoltre, se non siamo neppure capaci di federare i servizi che offriamo alle aziende, perché chiediamo semplificazioni e risparmi al mondo politico? Infine, se non ci federiamo, offrendo prestazioni a prezzi più bassi, le aziende si rivolgeranno altrove».

Ma non esiste già Rete Imprese Italia, federazione degli artigiani e commercianti?

«Diciamolo chiaramente: quel progetto è fallito. Non si può calare un piano dall’alto senza tenere conto di quanto avviene nei territori. Ora dobbiamo ripartire da chi ci sta, cedendo una parte di visibilità e sovranità, ma guadagnando il bene delle imprese e risparmi inevitabili. Credo che spetti a Bonometti il ruolo di federatore, sia per l’importanza di Aib che per la sua intraprendenza».

Intanto si avvicina la scadenza del consiglio camerale e l’elezione del nuovo presidente. Come si comporterà l’Associazione artigiani?

«Abbiamo appena concluso l’accordo che le altre associazioni del mondo artigiano: in consiglio, noi avremo due seggi, Confartigianato due, due per la Cna e uno per Assopadana; in giunta saranno presenti il nostro rappresentante e quello dell’organizzazione guidata da Massetti».

E per la presidenza?

«Le Camere di commercio sono sotto attacco. Il taglio del 50% del diritto annuale mette in pericolo tutta l’attività e credo possa giovare poco alle aziende visto che, nello stesso tempo, si aumenta il costo del bollo automobilistico. Inoltre, siamo in attesa dei decreti attuativi che ridisegneranno la mappa delle Cdc in Italia e spero che Brescia resti operativa, altrimenti sarebbe un passo indietro: stiamo tornando al centralismo dopo anni di decentramento? In questo quadro fluido, ritengo che il presidente Francesco Bettoni dovrebbe essere prorogato o comunque rieletto: non ha senso cambiare in una fase di transizione».

Che giudizio dà sulla presidenza Bettoni?

«Non ho risparmiato critiche all’attuale numero unodi via Einaudi quando non ho condiviso alcune scelte, ma trovo singolare che in questi mesi lo stiano attaccando proprio coloro che devono tutto a lui. Inoltre, in questi anni le scelte del presidente sono state approvate quasi unanimemente e quindi, se ci sono stati errori, non può essere accusato solo lui. E la soluzione del problema fiera è oggettivamente un successo di Bettoni».

Cosa si aspetta da Nibiru Planet?

«Mi auguro sia davvero la soluzione migliore e comunque le alternative non ci sono mai state. Ora spero che anche chi ha criticato Nibiru lavori perché il progetto abbia successo. Il parco tecnologico non è di Fragassa, ma di Brescia: tutti si devono dare da fare per supportare l’iniziativa».

È terminata la sua esperienza nel consiglio di sorveglianza di A2A. Quale è il suo bilancio?

Per me personalmente sono stati anni straordinari, che mi hanno arricchito profondamente. E credo che questa gestione abbia portato a casa risultati importanti per l’azienda: nel momento in cui Brescia e Milano non si parlavano, Graziano Tarantini ha ricomposto la frattura, lavorando per il bene della società. Credo che sia stato opportuno l’abbandono di un duale che non stava funzionando e non mi scandalizza il “cambio in corsa”, perché cinque anni fa era accaduto lo stesso. Dobbiamo rispettare le scelte degli azionisti di maggioranza: infatti, subito dopo l’elezione in Loggia di Emilio Del Bono, ho consegnato il mio mandato nelle sue mani».

Che segnali avete dai vostri associati? Il mondo dell’artigianato si sta riprendendo?

«I dati purtroppo sono ancora negativi, a parte il timido risveglio di alcuni settori come la meccanica di precisione. Stiamo invitando le nostre aziende a prendere in considerazione la strada delle reti d’impresa, ma facciamo molta fatica. Serve un cambio di mentalità per capire che l’unione può essere l’unica strada per ottenere alcune commesse, specialmente all’estero».

L’accesso al credito resta problematico?

«Si tratta di un tema molto dibattuto. Io credo che le banche bresciane, in questi anni, abbiano fatto pienamente il proprio dovere e la crescita delle sofferenze testimonia questa vicinanza al territorio. Il credito viene concesso in funzione del rischio: se è elevato, giustamente le banche non concedono fondi. Certo, sarebbe bene che gli istituti di credito non guardassero solo i numeri, ma si sforzassero di conoscere meglio le aziende come facciamo noi del confidi».

Quando scade il suo mandato alla guida dell’Associazione?

 «Alla fine del 2015 e non sono ricandidabile per un altro mandato dopo la modifica dello Statuto che io stesso ho promosso: dopo tanti anni, è giusto un ricambio».

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