«IMMOBILIARE, SERVE SOSTEGNO PER NON SGONFIARE LA RIPRESINA» ottobre 2010

Mattinzoli: pronti a contrastare una politica di tagli, senza sviluppo

TECNOBORSA. Dai dati della società consortile per il settore un quadro ancora preoccupante. Bettoni: qualcosa si sta muovendo vanno intercettati altri acquirenti.  

Per la prima volta, dopo tre anni, torna positivo il segno del mercato immobiliare italiano, con qualche segnale anche in provincia. Il volume delle compravendite nel 2010 aumenta rispetto a quelli precedenti, segnando un più 5,5% nei dati a settembre e con la prospettiva di chiudere l’esercizio con 640mila unità scambiate: +4,5% su base annua.

Il quadro emerge dal report di Tecnoborsa (aggiornato al mese scorso) frutto del Csei, Centro studi economia immobiliare, illustrato in Camera di commercio dal presidente, Franco Bettoni, e da Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia, entrato nel Cda della società consortile per azioni, di emanazione delle Cdc, fondata per contribuire allo sviluppo, alla regolazione, alla trasparenza del mercato immobiliare italiano. «Tecnoborsa ha avviato una nuova fase di monitoraggio che non si sovrapporrà con la Borsa immobiliare bresciana: anzi sarà punto di riferimento anche per la stesura del bollettino trimestrale sull’andamento del mercato», chiarisce Bettoni.

Nonostante i dati incoraggianti, rimangono parecchie perplessità. La ripresa del settore si concretizza dopo un 2009, anno peggiore del secolo, ma solo per il residenziale. Le cifre, approfondite al secondo semestre, evidenziano un mercato a due velocità: a giugno per le transazioni di abitazioni civili una crescita del 4,5%, a fronte di un crollo degli uffici (-14,1%), dei negozi (-4,1%), dei capannoni (-4,2%). E i tempi di vendita sono a sei mesi.

Il residenziale, pur in ripresa, non è privo di ombre, iniziando dall’andamento dei prezzi, scesi del 9%. Inoltre, rimane un grande parco invenduto. Stime precise non esistono, tuttavia solo a Brescia ci sarebbero 4mila alloggi giacenti. L’offerta, a livello nazionale, sale del 25% solo quest’anno, ma la domanda, in tre anni, registra un -30%: sul mercato mancano giovani e immigrati, le richieste sono di fascia alta. I mutui crescono del 13%, ma a comprare sono lavoratori autonomi (il 12%), oppure occupati a tempo indeterminato (il 75%). L’importo medio erogato è di 134mila euro. «Forse qualcosa sta cambiando nel mondo del credito, anche in provincia i grandi gruppi sembrano capire la necessità, per un rilancio definitivo, di concentrarsi anche su altre categorie di potenziali acquirenti», auspica Bettoni. Come detto, però, non mancano motivi di preoccupazione: nella prima metà dell’anno l’andamento delle compravendite è positivo, ma non omogeneo a livello territoriale: +11,6% al Centro, +6,9% al Sud e solo +0,5% al Nord. Roma evidenzia un +23%, Milano un + 3.3%. «E Brescia si colloca in questa fascia bassa, con l’aggravante che a crescere sono i capoluoghi, in media +8%, non gli altri comuni, in media + 2,9%», spiega Mattinzoli.

Una situazione preoccupante, che può alimentare anche proteste clamorose contro la politica del Governo, «tutta tagli, niente sviluppo. Siamo pronti a scendere in piazza – annuncia Mattinzoli – perché regna l’incertezza, la disoccupazione galoppa, il mercato interno non decolla, nessuno stimolo viene dato dall’Esecutivo, unico in Europa, alla ripresa della domanda». E guardando all’edilizia, da sempre traino per l’economia, «è necessario tornare a investire nel mattone, invece che nell’oro», sottolinea Bettoni evidenziando come «in autunno la ‘ripresina’ si è affievolita: se sopravviviamo è solo con l’export». Le ricette per il settore? «Il piano casa è fallito, la cedolare secca sugli affitti darà benefici fra anni. Serve una robusta spinta per evitare di ingessare il comparto immobiliare anche tutto il 2011».

(BSOGGI – M.B.)

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