LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE EMBLEMA DELL’INCERTEZZA ITALIANA, MA OCCASIONE PER RIDISTRIBUIRE PIU’ EQUAMENTE LE RISORSE (E. Mattinzoli)

Nei giorni scorsi la Corte Costituzionale ha bocciato il blocco della rivalutazione delle pensioni voluta dall’ex Ministro Fornero, confermando l’incertezza e la soggettività interpretativa delle norme

La decisione della Corte è stata presa con il voto prevalente del Presidente, visto che l’esito della votazione dei componenti si è conclusa in parità, sei contrari e sei favorevoli.

Pur con il dovuto rispetto per la Corte Costituzionale, mi pare che non serva avere raffinate nozioni di giurisprudenza per capire che lo stesso argomento, visto da prospettive diverse, (voglio riferirmi esclusivamente a prospettive giuridiche) può cambiare completamente il risultato, e in questo caso la sentenza.

Vista quindi la non prevalenza di una tesi rispetto all’altra, forse il tema si sarebbe potuto affrontare in termini di opportunità circa le disastrose conseguenze per i conti pubblici, che verranno appesantiti, pare, di circa 20 mld.; anche in questo caso il condizionale è d’obbligo visto che lo stesso Presidente dell’Inps Boeri ha dichiarato che è presto per parlare di cifre.

La sentenza però, può essere l’occasione per approfondire la riflessione in atto sull’opportunità di rendere più eque le rendite pensionistiche: in particolare riequilibrando i trattamenti tra coloro che ricevono una pensione calcolata con il metodo contributivo e quelli che, attraverso norme clientelari del passato, incassano senza aver versato, rinviando il conto da pagare alle future generazioni.

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