IMMIGRATI, LA SANATORIA «HA LA CODA DI PAGLIA» giugno 2002

Lavoro nero: posizione controcorrente quella del presidente della A.A. Enrico Mattinzoli

«Noi – sostiene Enrico Mattinzoli – siamo dalla parte di quella Brescia che dice basta e che vuole legalità, dignità dei lavoratori, concorrenza nelle regole. Se per stare sui mercati si fa diventare il lavoro nero una necessità, noi diciamo di no.

Immigrati. «E’ stato scritto che Brescia vuole la sanatoria. Ma quale Brescia? L’Associazione Artigiani, parte integrante della Brescia economica e produttiva, vuole l’emersione del nero, l’uscita dall’illegalità, la messa al bando della concorrenza sleale da parte delle aziende che occupano manodopera clandestina». Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani non condivide affatto l’opinione di chi «ancora una volta, vuole agire secondo la prassi delle sanatorie, che non hanno mai sanato nulla». La voce di Mattinzoli è particolarmente significativa perchè è fuori dal coro. «Strana teoria davvero – prosegue il presidente di A.A. – quella di chi sostiene che i lavoratori in nero sono stati una necessità. Vuol dire che chi ha agito nella legalità è uno sprovveduto? Le necessità dell’impresa non devono in ogni caso sposarsi con l’illegalità».

«Noi – contiuna Mattinzoli – non possiamo condividere queste logiche e per questo motivo apprezziamo la legge Bossi-Fini e rimarchiamo la nostra contrarietà a nuove sanatorie, che ancora una volta metterebbero i furbi nella condizione di essere premiati e, dunque, di essere incoraggiati a riprendere la pratica del lavoro nero. In un mercato sempre più difficile, una sanatoria andrebbe a beneficio ovviamente dei più furbi e non dei deboli».

«Si dice -aggiunge ancora Mattinzoli – che ci sono 10mila lavoratori extracomunitari che lavorano in nero. Se così fosse si tratterebbe di un serbatoio spaventoso di concorrenza sleale, di illegalità diffusa, di alimento alla discriminazione».

«Noi – sostiene ancora Enrico Mattinzoli – siamo dalla parte di quella Brescia che dice basta e che vuole legalità, dignità dei lavoratori, concorrenza nelle regole. Se per stare sui mercati si fa diventare il lavoro nero una necessità, noi diciamo di no. No alle sanatorie e sì alla legalità e all’emersione. Se è vero che nei prossimi anni il turn-over sarà del 20% e richiederà nuovi ingressi, non vi è dubbio che questi ingressi dovranno essere legali, programmati, alla luce del sole e soprattutto necessari».

Mattinzoli quindi vorrebbe chiudere con le politiche del passato per ridisegnare la questione immigrati. 

(GdBs)

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