HUB A MONTICHIARI, E’ UN CORO DI «SI’» (CdS) novembre 2012

 «Servirebbe un tavolo convocato da Passera con tutte le società aeroportuali del Nord»

Per Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione Artigiani, l’idea di Caprotti è «geniale», ma si tratta di capire quali siano le volontà di governo e Regione.

Il Nord Italia non ha un aeroporto intercontinentale, Montichiari avrebbe tutte le carte in regola per diventarlo». A Brescia, questo ragionamento non è nuovo. Anzi. Nonostante al D’Annunzio si lavori solo di notte, con i voli postali, attorno alle sue potenzialità si ragiona da anni. Non a caso lo scalo bresciano è stato «armato» come nessun altro aeroporto in Italia: Brebemi, Corda Molle, Tav, vincoli sulle aree, investimenti.

Non a caso la rottura con la Catullo deriva proprio «dall’incapacità» (o dalla non volontà) di Verona di sviluppare a pieno le sue potenzialità. Ora che anche Bernardo Caprotti, patron di Esselunga, punta su Montichiari, nei bresciani è scattato un mix di rabbia (per quel che non c’è ancora) e orgoglio (per quel che potrebbe esserci). «Montichiari ha tutte le caratteristiche per diventare un hub internazionale – commenta il presidente della Camera di Commercio Franco Bettoni da Shanghai – qui in Cina ho potuto parlare con operatori del settore aeroportuale, c’è molto interesse. Ora basta che ci lascino sviluppare lo scalo…».

Per Giuliano Campana, presidente di Abem, le analisi di Caprotti «indicano una strada che doveva già essere intrapresa. Invece i risultati ottenuti dai veronesi sono sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi mesi hanno disatteso due accordi scritti, hanno presentato un piano industriale preparato insieme a noi e poi sono spariti». In riva all’Adige lavorano per ottenere al più presto la concessione quarantennale (lunedì è in programma un vertice tra i parlamentari), ma c’è anche chi ha ipotizzato di chiudere o vendere il D’Annunzio. Campana però sembra sereno: «Qualcuno parla troppo, noi lavoriamo». Entro fine anno il governo dovrà presentare il Piano nazionale degli aeroporti e assegnare le concessioni ancora in ballo; altrimenti queste saranno messe a gara. Che è quello che a Brescia auspicano un po’ tutti. «È una delle opzioni» spiega Campana.

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