FIERA, IDEE PER IL FUTURO TRE IPOTESI, SVETTA IL POLO DELLA RICERCA (CdSera – Bacca, Giulietti)

«Abbiamo sempre avuto una posizione critica verso la fiera, ma con senso di responsabilità accettiamo la scommessa per questo tentativo di salvataggio – spiega Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione

Calato il sipario sul progetto Nibiru Planet, Brescia si è accorta di non aver pronto un vero «piano b». Chiusa da un anno la stagione delle fiere, il padiglione di via Caprera è ora un gigante vuoto, riaperto in rare occasioni: l’assemblea di Aib, il Ramadan, l’assise di Ubi.I conti 2014 hanno registrato un rosso di oltre 4 milioni.

I conti 2014 hanno registrato l’ennesima perdita, un rosso di oltre 4 milioni che ha dimezzato il capitale sociale, ridotto a 4,8 milioni. Ecco perché il tavolo dei presidenti delle associazioni di categoria, il 10 luglio, ha disegnato una sorta di road map per uscire dall’impasse e dare un futuro all’area di via Caprera, aprendo una fase di studio: in pratica tutti sono stati invitati a portare al tavolo proposte sul destino dell’ex Fiera. L’idea è raccogliere un ventaglio di ipotesi che andranno poi scremate e valutate in base alla loro sostenibilità economica.Tre gli spunti emersi finora, a cui si aggiunge la vendita del padiglione Tre gli spunti emersi finora, a cui si aggiunge la vendita del padiglione, all’inizio la strada maestra ma ora congelata (anche per le difficoltà del mercato immobiliare): creare in via Caprera una sorta di polo tecnologico, concentrando le attività di Aqm e Csmt; trasformare la struttura in un centro congressi; riaprire alle manifestazioni fieristiche, per quanto questa strada sia stata bocciata in più occasioni dal numero uno della Camera di Commercio Giuseppe Ambrosi principale azionista dell’Immobiliare Fiera. Sia chiaro: non c’è la ricetta magica e un’ipotesi potrebbe non escludere un’altra, magari suddividendo il padiglione in moduli e creando una struttura polifunzionale. Di certo, spiega il presidente di Aib Marco Bonometti, «prima di vendere la struttura vogliamo verificare se ci sono idee sostenibili, in modo che il padiglione rimanga al servizio della città. L’idea di accorpare Aqm e Csmt è un’idea, ma non è detto che sia l’unica. Anzi, ora l’obiettivo è far sì che emergano proposte. Sostenibili!». Riunire Aqm e Csmt potrebbe portare in via Caprera anche le scuole di formazione delle associazioni, oppure suggerire il trasloco del (futuro) Musil. Si vedrà.

«Ad oggi – precisa Giuseppe Ambrosi – non c’è nulla di concreto su cui stiamo già lavorando, siamo nella fase di elaborazione delle idee. Poi, a settembre, inizieremo a lavorarci. Se emergerà un’idea interessante, la cavalcheremo. Aqm e Csmt? È prematuro, non è ancora stata fatta una ricognizione degli spazi». A settembre, a guidare l’Immobiliare Fiera, ci sarà Bortolo Agliardi, espressione dell’Associazione Artigiani. «Abbiamo sempre avuto una posizione critica verso la fiera, ma con senso di responsabilità accettiamo la scommessa per questo tentativo di salvataggio – spiega Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione – La situazione è delicatissima. Le idee vanno tutte bene, purché siano sostenibili. Le uniche strade che scarterei sono la riapertura del centro espositivo, perché le fiere non le sappiamo fare, e la vendita per farne un centro commerciale. Sarebbe poi utile allargare il cerchio: perché non chiedere suggerimenti a persone come Goldin o Calzoni?».

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