BENE AGEVOLARE LE START-UP, MA PRIMA SI GARANTISCA LA SOPRAVVIVENZA DELLE AZIENDE ESISTENTI (E. Mattinzoli) giugno 2013

Difficile pensare che le nuove imprese siano esenti dalle inefficienze del Paese

Il Governo propone di agevolare la nascita di nuove imprese, al fine di garantire nuova occupazione, e nuovo sviluppo.

Le start-up attraverso un regime fiscale e contributivo agevolato, sarebbero secondo gli “esperti” in grado di soddisfare in parte la richiesta di occupazione giovanile e muovere un mercato interno fermo da oltre quattro anni. Anche se a prima vista questa potrebbe essere un ricetta, analizzando con più attenzione gli effetti di un provvedimento di questo tipo si potrebbe obbiettare innanzi tutto la disparità di trattamento tra aziende nell’affrontare il mercato,oltre ad un improbabile automatismo tra l’aumento del numero di imprese e crescita del PIL.

Il mercato interno non è in grado di assorbire la produzione per la mancanza di risorse destinate al consumo, per un progressivo impoverimento delle famiglie, per una crescente insicurezza e incertezza nel futuro. Ma anche supponendo che a maggior numero di imprese corrisponda un aumento della produzione, le nuove imprese terminato il periodo di agevolazioni si troverebbero a fare i conti, con i medesimi vincoli irrisolti di un Paese che soffoca l’iniziativa imprenditoriale.

Difficile pensare che le start-up siano esenti da: inefficienze della pubblica amministrazione, peso burocratico, tassazione insostenibile, incertezza nei tempi della giustizia civile, mancanza di credito. Non è forse il caso quindi di affrontare radicalmente prima e subito il virus che attraverso lo Stato si è trasmesso a chi ancora, con la follia tipica dell’ imprenditore italiano vuole continuare a fare impresa,garantendo così la sopravvivenza di milioni di imprese e lavoratori prima di sperimentare formule che solo sulla carta sembrerebbero funzionare?

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