BCC, ENTRO GENNAIO FUSIONE TRA POMPIANO E BEDIZZOLE (Giornale di Brescia – P. Gregorio)

 Nuovo progetto di aggregazione

Mattinzoli: «L’aggregazione può essere per qualcuno una necessità, per altri un’occasione di crescita. La differenza vera la fa comunque la gestione»

Da gennaio, dopo l’approvazione delle rispettive assemblee straordinarie, dovrebbe nascere ufficialmente una nuova realtà bancaria, frutto dell’unione tra la Bcc Pompiano – Franciacorta e quella di Bedizzole Turano Valvestino. Una «fusione» dalla quale scaturirà, la terza banca per dimensioni del movimento del credito cooperativo italiano. E che si inscrive nel cammino di autoriforma intrapreso dalle Bcc del Belpaese, in fase di valutazione da parte degli organi competenti.

E’ stato il direttore generale della Bcc di Pompiano Franciacorta, Luigi Mensi, dopo il saluto del presidente Ubaldo Casalini a illustrare ieri, nel corso dell’annuale Festa del socio alla Fiera di Brescia le prospettive del progetto di aggregazione. Festa che lo ha visto tra i protagonisti con Enrico Mattinzoli, presidente dell’Associazione artigiani e Massimo Mucchetti senatore Pd, del dibattito sul percorso di autoriforma delle Bcc, moderato dal vicecaporedattore del nostro quotidiano, Gianni Bonfadini.

Il piano industriale della prospettata unione delle due banche, già presentato alla Banca d’Italia, ha ricordato Mensi,«prevede che nei prossimi tre anni andremo a fare importanti accantonamenti. È un progetto di aggregazione pensato, che nasce per volontà e non certo per necessità ».

Settantuno filiali,quasi 4 miliardi di attivo patrimoniale, 400 dipendenti e 70 mila clienti, quasi 8 mila soci, un patrimonio di 367 milioni del nuovo soggetto e un territorio coperto di ben nove province, che andrà da Riva del Garda fino ad uscire dalla provincia, a Milano. Sono questi i numeri della futura realtà bancaria che dovrebbe essere varata da gennaio. Sul progetto di aggregazione Casalini ha sottolineato: «Si parte dal presupposto che l’unione tra due Bcc sane porterà alla nascita di un soggetto più forte, con maggiore solidità patrimoniale e ampliamento della base sociale».

Sul fronte dell’autoriforma delle Banche di credito cooperativo (come ha ricordato Casalini, se le banche popolari sono state interessate da un intervento riformatore del legislatore, le Bcc hanno invece ottenuto dall’Esecutivo Renzi di contribuire a scrivere, con le autorità la propria riforma) Mucchetti ha rimarcato: «Vedo bene il progetto di autoriforma. Questo è un rinnovamento nella continuità delle radici».

Da parte sua Mattinzoli ha concluso: «L’aggregazione può essere per qualcuno una necessità, per altri un’occasione di crescita. La differenza vera la fa comunque la gestione».

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